Fino al 2009, la canadese RIM ha dominato la scena con la sua linea di smartphone BlackBerry: grazie alle caratteristiche per l’epoca avanzate ed innovative e per la grande sicurezza garantita ai clienti business, principali utenti della piattaforma, RIM era riuscita ad ottenere una consistente fetta del mercato mobile (si parla del 44% di market share negli Stati Uniti durante il 2009), seguita da vicino da Microsoft con il suo Windows Mobile. La mancata capacità di innovarsi ed innovare per tenere il passo con le nuove piattaforme emerse dopo il 2007 (iOS prima ed Android dopo) hanno tuttavia costretto RIM a perdere buona parte del suo share: se nel 2009 aveva il 44% (come è possibile vedere nel grafico in apertura), nel 2010 assistiamo ad un crollo che la porta al 25% prima di essere schiacciata nel 2011 fino ad un misero 10%. Tra il 2010 ed il 2011 la differenza è stata del -59%. Android, nel frattempo, è cresciuto per la maggior parte proprio a spese di RIM: con una caduta sempre più evidente di Windows Mobile, solo BlackBerry è rimasta con una quota consistente di mercato fino al 2010, anno in cui Android si è imposto come forza dominante sul mercato con una crescita esplosiva del 300% e più anno-su-anno.

La situazione per RIM è diventata sempre più disperata. Anche se le vendite degli smartphone non sono diminuite ma sono, anzi, aumentate, il problema è che non sono aumentate sufficientemente da rimanere al passo con le vendite di Android ed iOS – i quali hanno fondamentalmente creato l’odierno mercato degli smartphone con dispositivi che variano dai 90€ fino ai 900€. RIM non ha visto diminuire gli introiti nè le vendite, ma il market share: per semplificare di molto la situazione, si può dire che nel 2009 venivano venduti 100 smartphone, di cui 44 erano RIM (44% di market share); nel 2011 RIM è riuscita a vendere 100 smartphone (crescita del 127%!) che, però, non sono stati sufficienti a mantenere il 44% di market share poichè nel frattempo il mercato è passato da 100 smartphone venduti a 1000! L’enorme problema cui è messa di fronte l’amministrazione di RIM è di non aver saputo mantenere la quota di mercato in un mercato in crescita esponenziale: fondamentalmente sono stati mantenuti i ritmi di crescita pre-Android, ma è evidente che questi non possano tenere l’azienda canadese in una posizione forte di leadership – con tutto ciò che questo comporta.


I tentativi di recuperare il recuperabile sono stati fatti, anche se probabilmente nella maniera errata: sono stati commercializzati smartphone con un differente fattore di forma, è stato rilasciato nuovo software, è stata inclusa la compatibilità con il software Android… Un momento: la ricerca non già di attirare le attenzioni degli sviluppatori verso di sè e quindi di “arruolare il proprio esercito”, ma di “arruolare dei mercenari” e prendere “in prestito” le applicazioni di un’altra piattaforma si basa non sulla forza della propria offerta, ma sulla forza dell’offerta altrui. RIM, con il suo PlayBook in grado di utilizzare le applicazioni Android, si è già dichiarata sconfitta. Ha riconosciuto la supremazia di Android, cercando di sfruttarlo a proprio vantaggio (intento affatto disonorevole, ma ammissione di sconfitta!). Al momento attuale, l’azienda canadese è una nave in procinto di affondare. L’unica soluzione è cercare di diffondere la propria piattaforma (sia hardware che software) con altri metodi come, ad esempio, dare in licenza il proprio sistema operativo.

 

Saprà BlackBerry OS 10 riconquistare le grazie degli utenti?

 

Ad esempio, dare in licenza il proprio sistema operativo a due dei maggiori player di mercato attualmente esistenti, Samsung e HTC, potrebbe rivelarsi una mossa vincente… ma anche una mossa suicida.

We think some of this has already been started with RIM likely agreeing to license Blackberry 10 to Samsung, HTC, and possibly others. This would help create a critical mass for the ecosystem and maintain RIM’s monthly service revenue. It puts more pressure on the hardware business in the short term. Longer term, it possibly gets people hooked on the RIM ecosystem and may in fact allow them to sell more BB 10 handsets (if they are able to create compelling handsets). Peter Misek, Jefferies & Company

 Pensiamo che questo sia già iniziato con RIM che, probabilmente, consente di licenziare BlackBerry OS 10 a Samsung, HTC e magari altri. Questa [scelta] aiuterebbe a creare una massa critica per l’ecosistema e mantenere gli introiti mensili dovuti ai servizi offerti da RIM. Nel breve termine mette più pressione sul business dell’hardware. Nel lungo termine, forse terrebbe più persone legate all’ecosistema RIM e potrebbe permetterle di vendere più dispositivi con BB10 – se saranno in grado di creare dispositivi attraenti.

La scelta dei due principali produttori di smartphone e tablet Android non è casuale, e segue esattamente la strategia già adottata con il software: cercare di sopravvivere grazie al successo altrui. HTC e Samsung sono riuscite a crearsi un nome di successo in tutto il mondo grazie ai propri dispositivi Android, noti come innovativi e all’avanguardia. Di contro, i dispositivi RIM sono spesso percepiti come vecchi e datati: da qui la scelta dei due produttori che, grazie alla propria offerta al passo con i tempi, potrebbe rivelarsi vincente. Tuttavia potrebbe anche rivelarsi una mossa suicida per RIM, dato che le vendite di smartphone BlackBerry a marchio HTC o Samsung potrebbero potenzialmente sorpassare le vendite dei BlackBerry a marchio RIM decretando, di fatto, la morte di quest’ultima come compagnia produttrice di telefoni e relegandola a licenziataria di software.

In ogni caso, RIM deve cambiare i propri vertici e svecchiare sia il proprio software che il proprio hardware introducendo innovazioni a ciclo continuo e cercando di attirare gli sviluppatori verso la propria piattaforma. Come dichiarato da Peter Chou, cofondatore di HTC, “Android è un treno inarrestabile e chi non ci sale ora verrà travolto”.