Qualche giorno fa Qualcomm e la FTC (Federal Trade Commission) si sono “incontrate” nelle aule di un tribunale statunitense per la causa antitrust che è stata presentata da quest’ultima nel 2016.

FTC, infatti, ha citato in giudizio il chipmaker, accusandolo di abuso della sua posizione dominante nel mercato dei processori per smartphone e di avere “oppresso” altri concorrenti firmando un accordo esclusivo con Apple.

L’avvocato di Qualcomm, Robert Van Nest, ha invece ribadito che la sua cliente non si trova in una posizione dominante nel mercato degli smartphone, spiegando che quando la società negozia con i potenti produttori di smartphone, il processo è estremamente difficile.

Inoltre, l’avvocato del popolare chipmaker ci ha tenuto a precisare che soltanto il 22% dei prodotti Huawei utilizza i processori di Qualcomm (nel 54% dei modelli usa le proprie CPU) mentre con Samsung tale quantitativo sale al 38% (nel 52% dei casi il produttore coreano utilizza i propri chip).

Viste le percentuali così basse, ha concluso l’avvocato Van Nest, come potrebbe Qualcomm trovarsi in una posizione dominante?

La controversia non è ancora terminata e l’FTC ha già un’obiezione pronta: l’accusa mossa nei confronti di Qualcomm riguarda prevalentemente il mercato dei processori top di gamma, ove la sua posizione è decisamente più forte. Vedremo se il giudice deciderà di accogliere la tesi del chipmaker o se, al contrario, lo costringerà a rivedere il modo in cui contratta con i vari produttori di smartphone.

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