Tra le novità vantate da OnePlus 6T sul predecessore c’è l’affascinante lettore di impronte digitali integrato al di sotto del display, tra gli aspetti rimasti inalterati c’è la propensione del top di gamma cinese ad essere personalizzato nel profondo ad esempio attraverso un cambio del firmware.

OnePlus, infatti, è tra le aziende che fin dagli albori hanno strizzato l’occhio agli sviluppatori: codici sorgente pubblici e distribuiti poche ore dopo la presentazione dei vari smartphone che si sono succeduti negli anni. Il 6T ha seguito lo stesso copione, e 24 ore dopo il lancio gli sviluppatori erano già al lavoro per cucire le loro ROM sull’ultimo prodigio di Carl Pei e soci.

Tuttavia questa volta è sorto un problema relativo alla caratteristica forse più apprezzata dagli appassionati, proprio quel lettore di impronte ottico posizionato sotto il display. Mentre i codici per gestire il componente sono stati distribuiti, l’algoritmo che consente di riconoscere se il tocco nelle prossimità del lettore è voluto o meno è proprietario, e OnePlus non lo ha ancora pubblicato.

Le operazioni di reverse engineer per risalirvi e impacchettare un equivalente open source non sono brevi né limpidi dal punto di vista legale, per cui i lavori procedono a rilento nella speranza che l’azienda conceda l’algoritmo di OnePlus 6T. Le ROM, nel frattempo, preferiscono rinunciare al lettore in-display.

Voi vi rinuncereste?