Una delegazione di OnePlus formata dal co-fondatore Carl Pei e all’incirca da un rappresentante per ogni settore (software, fotocamera, ecc) ha partecipato ad un AMAchiedimi di tutto – sul forum dell’azienda. Un’opportunità per la community di fugare alcune perplessità, un’occasione per l’azienda di spiegare le ragioni dietro alcune scelte.

Come quella di rimuovere il LED“basta prendere in mano lo smartphone per vedere le notifiche” (non contemplando le situazioni in cui il telefono è fuori portata… ndr) – o di non includere l’Always on Display“è una funzione interessante, ma stiamo ragionando sui consumi prima di implementarla”.

Le funzioni del 6T arriveranno sui modelli precedenti? Quelle che aiutano ad ottenere foto migliori potrebbero non arrivare a causa di limiti hardware, mentre le nuove gesture e Smart Boost (che precarica in RAM le app utilizzate più di frequente) arriveranno sia su OnePlus 5 che su 5T.

E invece perché non includere in confezione un paio di auricolari, chiedono gli utenti? A prendere in mano il microfono virtuale è Carl Pei, che spiega come si sia preferito evitare un aumento dei costi per qualcosa che la maggior parte dei consumatori possiede già, di qualità anche superiore rispetto a quelle fornite di solito dai produttori.

Poi la discussione passa sulla mancanza di una certificazione IP, e la risposta si fa più corposa. Anche qui la ragione è legata ai costi, che sarebbero cresciuti di circa 30 dollari per unità a fronte di un numero esiguo di clienti che necessita realmente di una protezione verso le immersioni prolungate in acqua. OnePlus 6T, dicono, affronta a testa alta le situazioni più frequenti come un acquazzone o una caduta accidentale in una pozzanghera. “Pensiamo che vada già bene così”.

Infine, lo smartwatch a marchio OnePlus: “No, al momento non è in programma”.