Nokia è stata senz’altro brava ad assemblare uno smartphone di valore come Nokia 7 Plus e altrettanto tempestiva nel rilascio degli aggiornamenti software. Non tutto però va sempre come dovrebbe, e anche i migliori possono cadere in errori talvolta gravi come la distribuzione di un OTA sbagliato.

È il caso dell’azienda finnica controllata da HMD Global, che proprio sul medio gamma dal gran rapporto qualità prezzo ha commesso un errore tanto evitabile quanto serio. Chi credeva di aggiornare il proprio Nokia 7 Plus all’ultima beta release di Android P che, sulla carta, avrebbe dovuto portare le patch di sicurezza di giugno, è rimasto attonito nello scoprire che invece di un aggiornamento era andato in scena un downgrade ad Android Oreo.

E se è vero che un software beta, per definizione, può celare delle insidie e chi decide di avvalersene è cosciente dei rischi a cui va incontro, far rientrare l’accaduto tra i bug insiti nel concetto di beta appare operazione assai forzata.

In molti quindi si sono trovati improvvisamente con una bella gatta da pelare: un downgrade così gestito genera conflitti con dati e applicazioni, di fatto “paralizzando” lo smartphone al riavvio post installazione. L’unica via d’uscita porta ad un reset di fabbrica, che tuttavia “pulisce” ogni byte di memoria.

L’augurio è che Nokia ritrovi presto la bussola per non vanificare quella reputazione conquistata con fatica, e non prosegua sulla strada impervia culminata nell’intoppo di Nokia 7 Plus ma che aveva già visto i problemi al Wi-Fi di Nokia 6.1.

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