Gli analisti avevano preannunciato in coro che il 2020 sarebbe stato un anno in rosso per gli smartphone quando ancora la pandemia era limitata a libri e film. Recepita la previsione, Xiaomi deve aver pensato che la strategia migliore fosse quella di diversificare, ossia di incrementare le proprie quote di mercato nei mercati esteri.

I numeri relativi al primo trimestre dell’anno hanno messo nero su bianco la crescita delle spedizioni degli smartphone a marchio Xiaomi, riuscendo così a porsi sulla scia di Samsung, Huawei ed Apple, i tre produttori che vendono di più al mondo. L’aspetto curioso è che nello stesso periodo le spedizioni degli smartphone Xiaomi sono calate all’interno dei confini cinesi.

Brand come Huawei, OPPO e Vivo nel primo trimestre del 2020 hanno mantenuto un rapporto del 50% circa tra gli smartphone rimasti in patria e quelli spediti dagli stabilimenti ai mercati esteri, mentre Xiaomi ha destinato alla Cina 25 smartphone su 100, circa 7 milioni di unità. Ottime le performance di Xiaomi in Spagna – ma più in genere in tutta l’Europa – e soprattutto in India, dov’è il brand a vendere di più in assoluto.

In un periodo come quello attuale in cui abbondano i presupposti per un anno in rosso, riducendo la dipendenza dal mercato interno e puntando su uno in forte espansione come quello indiano Xiaomi potrebbe quantomeno limitare i danni.