Tante sono le parole spese sulle preoccupazioni riguardanti la rete 5G (forse più dei bit che si riescono a scaricare con la nuova tecnologia – NdR), spesso da fonti autorevoli come la Commissione Europea, la quale ha nei giorni scorsi pubblicato un nuovo report riguardante i rischi relativi alla sicurezza della rete (non in termini di salute, ma di cybersecurity). Senza fare nomi, la Commissione ha spinto molto sulla gestione dell’infrastruttura da parte di paesi non-UE, e del rischio correlato, ma quest’oggi un report pubblicato dal Wall Street Journal ha voluto farli, questi nomi: sorpresa, si parla di Huawei.

Ebbene sì, il colosso cinese sarebbe uno dei principali fattori di preoccupazione per l’avvenire della nuova rete 5G: è infatti uno degli attori principali quando si parla della nuova tecnologia, con una buona parte delle infrastrutture nelle sue mani, e proviene da un paese che poco si allinea con i principi dell’Unione Europea per quanto riguarda la tutela personale e della privacy. Non solo, la situazione di Huawei è già sotto ai riflettori dopo il blocco americano nei confronti del produttore, che ha portato al “ban” da parte di Google degli smartphone Huawei.

I rischi principali sarebbero essenzialmente due: l’inserimento di hardware, software o difetti nascosti nella rete 5G e il rischio di aggiornamenti software non controllati, backdoor o funzionalità di test non documentate lasciate nella versione di produzione dei prodotti. La posizione dominante di Huawei – sia nel campo delle telecomunicazioni che nel campo degli smartphone – ha fatto crescere le preoccupazioni degli esperti USA, che hanno iniziato a chiedere una risposta pubblico-privata combinata alla minaccia rappresentata da Huawei (di concerto con gli alleati europei).

Il tutto si gioca nel bel mezzo della guerra commerciale tra USA e Cina, che ha oggi visto siglare il primo accordo: una prima tregua annunciata quest’oggi dal Presidente Donald Trump, che vede congelare gli aumenti tariffari del 5% su 250 miliardi di beni cinesi importati negli USA che sarebbero scattati altrimenti il 15 ottobre, aumentare gli acquisti cinesi di prodotti agricoli americani e qualche progresso nella questione relativa alla proprietà intellettuale.

Huawei rimane fuori da questo primo accordo, però, e con la rete 5G che corre ai ritmi consoni delle tecnologie moderne, le preoccupazioni lanciate da USA e UE potrebbero servire a poco, sopratutto in un periodo di accordi commerciali così importanti.