Gli operatori potrebbero presto dover far fronte a una ulteriore preoccupazione. Come rende noto il Sole24Ore, le autorità europee (e l’Agcom) avrebbero intenzione di effettuare dei tagli alle tariffe di terminazione, andando quindi a intaccare i ricavi degli stessi operatori.

L’ultimo periodo è stato “dispendioso” per gli operatori mobili italiani. L’avvento di concorrenti sempre più agguerriti (leggasi Iliad e operatori virtuali) ha portato a una guerra dei prezzi, con tariffe sempre più basse e soglie sempre più generose (da 2-3 GB di qualche tempo fa siamo adesso arrivati a 30 o addirittura 50 GB); inoltre in questo periodo si sta tenendo l’asta per le frequenze 5G, molto dispendiosa (milioni e milioni di euro).

Un altro taglio alle tariffe di terminazione per il prossimo triennio andrebbe a mettere ancora più in “difficoltà” gli operatori, con peggioramento dei fatturati e diminuzione del giro di affari. Ma cosa sono le tariffe di terminazione? In parole povere si tratta di ciò che ogni operatore deve pagare a un altro per far “terminare” le telefonate sulla rete mobile concorrente.

Si tratta dunque di un costo, ma anche di un ricavo: l’allarme riguarderebbe perlopiù gli operatori maggiori, dato che sono quelli che “ricevono” più chiamate. Una diminuzione delle tariffe di terminazione sarebbe di fatto un vantaggio per gli operatori minori, che sono quelli che tendenzialmente devono sborsare cifre maggiori (in rapporto alla loro utenza).

Secondo quanto riporta il Sole24Ore, nel triennio 2014-2017 la tariffa è stata di 98 centesimi di euro, ma l’Agcom avrebbe previsto un abbassamento a 95 centesimi per il 2019, a 92 centesimi per il 2020 e a 89 centesimi per il 2021. Già si tratterebbe di un taglio di quasi il 10%, ma è emersa la possibilità di arrivare a un ulteriore taglio, pari addirittura al 30% circa (70 centesimi).

L’ultima parola non è ancora detta, staremo a vedere se questi ulteriori tagli saranno resi ufficiali o meno.