Dagli Stati Uniti arriva un’altra notizia che probabilmente genererà un acceso dibattito su quanto è legittimo spingersi per garantire la sicurezza delle persone dopo la proposta di vietare l’uso degli smartphone ai teenager e il controllo delle persone con reddito basso: alcuni college stanno testando un’app di localizzazione che gli studenti dovrebbero installare sui propri telefoni, così da consentire di essere “monitorati”.

Al momento non è chiaro quanto gli studenti abbiano la possibilità di decidere se installare o meno tali applicazioni, nel senso che ci sono voci discordanti al riguardo ma pare che alcuni istituti abbiano deciso di rendere l’utilizzo di tale app obbligatorio per i propri scritti (alcune fonti ufficiali sostengono invece che sia limitata, quantomeno per il momento, ad una piccola percentuale).

Ancora non è arrivato il momento del Grande Fratello

Ad ogni modo, il sistema scelto per “controllare” gli studenti si basa su un’app chiamata SpotterEDU (qui trovate il sito ufficiale) che utilizza la connettività Bluetooth e non il GPS: ciò significa che i college potranno seguire i loro spostamenti soltanto fino a quando si troveranno all’interno della struttura o nei suoi pressi.

Pare che SpotterEDU sia già stata testata in oltre 40 istituti tra scuole e università statunitensi mentre altre istituti avrebbero deciso di puntare su una soluzione simile realizzata da Degree Analytics (qui trovate il sito ufficiale) e che invece sfrutta la connettività WiFi per individuare la posizione degli studenti. In Italia soluzioni di questo tipo sarebbero ben accette?

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