Quanti sapevano che la compagnia in parte italiana ST-Ericsson produce processori impiegati negli smartphone? La compagnia è “in parte italiana” perché nasce da svariate joint venture, acquisizioni e trambusti: essa è infatti una joint venture tra la svedese Ericsson e la franco-italiana STMicroelectronics, a sua volta joint venture tra Thomson e SGS Microelettronica, nata da Aquila Tubi e Semiconduttori (ATES) e Società Generale Semiconduttori (fondata da Adriano Olivetti). Anche Thomson è frutto dell’unione di più compagnie (ben 6!), e nel tempo le compagnie acquisite ed integrate all’interno di STMicroelectronics sono state numerose. ST-Ericsson è, al momento attuale, tra le compagnie più importanti nella progettazione di microprocessori destinati al mondo consumer e, in particolare, destinati al mercato della telefonia; è tuttavia fabless e dipende, quindi, da altri per la produzione dei propri chip.

La compagnia è stata creata tre anni fa, nel Febbraio del 2009, con lo scopo di creare soluzioni che integrassero una CPU, una GPU e uno stack radio completo all’interno dello stesso package. Ciò che ST-Ericsson si era prefissata, dunque, è la creazione di un SoC (system-on-a-chip, un sistema completo su un solo chip) che competa con quelli già presenti sul mercato. Al momento attuale, però, il leader incontrastato è Qualcomm: la società di San Diego, infatti, detiene il 40% del mercato dei chip per smartphone non-Apple. Qualcomm ha creato un bel pacchetto con una CPU, una GPU, le varie radio, ed è riuscita a ottenere ottimi risultati e a guadagnare un posto di rilievo sulla scena.

Secondo me il CEO non sorride più così, ora...

ST-Ericsson ha progettato il NovaThor L8540, un processore al passo coi tempi… l’anno scorso. Esso contiene un processore ARM Cortex-A9 dual core, una GPU PowerVR SGX544, un modem HSPA+ capace di raggiungere i 42 Mbps – ottime caratteristiche, che sarebbero state al top lo scorso anno ma che, purtroppo, non vedranno la luce prima dell’anno prossimo. I primi sample, infatti, arriveranno nel terzo trimestre 2012 e la produzione dovrebbe essere avviata il trimestre successivo. L’aspetto positivo è che il processo produttivo sarà a 28nm, come sugli ultimi Qualcomm Snapdragon S4, ma il terreno che ST-Ericsson avrà perso nel frattempo a favore della concorrenza mina il tutto.

Secondo Reuters, tuttavia, la compagnia ha intenzione di cambiare le cose radicalmente: ST-Ericsson dovrebbe infatti annunciare nel breve periodo “un piano di ristrutturazione che include chiusure di sedi nel mondo e licenziamenti di massa”. Questi grandi cambiamenti includerebbero anche la vendita della stessa compagnia a uno dei player di mercato più grandi come AMD, Intel, NVIDIA o Texas Instruments. E qui, la domanda sorge spontanea: che AMD pianifichi di entrare nel mercato mobile e, quindi, di entrare in concorrenza con NVIDIA anche in questo campo? Secondo Sami Sarkamies, analista presso Nordea, “è solo una questione di tempo – o STMicro comprerà la parte di Ericsson nella joint venture oppure essa sarà venduta ad una compagnia terza.”

Nel 2011 la compagnia ha visto i suoi guadagni abbassarsi ad appena 1.65 miliardi di dollari, contro i 3.6 del 2009. La notizia che Nokia utilizzerà i processori di ST-Ericsson per i prossimi Windows Phone lascia aperto qualche spiraglio, ma forse non abbastanza grande da permetterle di passare agevolmente. L’incapacità di tenersi stretti talenti essenziali per la buona riuscita per la compagnia e il crollo delle vendite di smartphone Symbian, creatura di Nokia la quale era principale cliente di ST-Ericsson, hanno portato la joint venture ad un bivio in cui le possibilità sono poche: morire, o essere acquisita.