Secondo Music Business Worldwide, Spotify sostiene di aver strapagato cantautori ed editori l’anno scorso e ora la società sta chiedendo di essere rimborsata. 

L’intera questione deriva da una decisione intrapresa dal Copyright Royalty Board (CRB) statunitense che imporrebbe pagamenti più elevati per lo streaming di contenuti. L’aumento, che interesserebbe servizi come Spotify, Apple Music, Pandora e altri, aumenterebbe i diritti d’autore del 43,8% nei prossimi cinque anni.

A complicare ulteriormente le cose ci sarebbero anche gli abbonamenti studenteschi e familiari scontati che verrebbero trattati rispettivamente come 1,5 e 0,5 abbonati al mese.

Secondo quanto riferito, Spotify paga da 0,006 a 0,0084 dollari per stream divisi tra i vari titolari di diritti (cantautori, editori, ecc.) e sulla base dei suoi calcoli, l’azienda afferma di aver strapagato i cantautori e gli editori nel 2018.

Secondo un portavoce di Spotify, la società sarebbe accomodante sui termini per il rimborso, infatti ha proposto di estendere il periodo di recupero fino alla fine del 2019 piuttosto che riscuotere immediatamente il pagamento anticipato del 2018, per ridurre al minimo l’impatto dell’adeguamento sulle case editrici.