Se il nerd che vive in noi non riesce a fare a meno di riempire la propria casa di oggetti hi-tech, realtà più pacate investigano su come questi oggetti interagiscono con noi e, soprattutto, cosa sanno della nostra vita. A quanto pare sanno molto dei nostri gusti e delle nostre abitudini, del resto scoop come quello di Cambridge Analytica – che ha portato Facebook a dover pagare una multa da 5 miliardi di dollari – dimostrano che stiamo sprofondando in una realtà che ci vede sempre più esposti e “nudi”.

In queste ore è uscito un interessante studio della Princetown University che dimostra come le smart TV connesse ad Internet siano terreno fertile di tracker, ovvero piccoli programmi sviluppati per registrare le nostre abitudini, i nostri programmi preferiti, quali servizi di streaming utilizziamo e molto altro.

Secondo Arvind Narayanan, professore associato in informatica dell’Università di Princetown, realtà come Amazon e Roku sono in grado di farsi un’idea piuttosto veritiera dei nostri gusti. Un ulteriore lavoro della Northeastern University focalizzato su 81 dispositivi per la smart home dimostra che sono in grado di monitorare le nostre conversazioni anche quando non sono utilizzati – sì, sono presenti anche i prodotti Amazon Alexa.

Narayanan e colleghi hanno sviluppato un BOT in grado di mimare l’utilizzo della smart TV installando migliaia di canali su TV Roku e sulle Amazon Fire TV. Si è scoperto che alcune informazioni come numero seriale della TV, nome della Wi-Fi ed il codice identificativo pubblicitario vengono utilizzati per creare una “impronta” piuttosto accurata di chi siamo e cosa facciamo.

La ricerca ha individuato tracker nel 69% dei canali Roku e nell’89% dei canali Amazon Fire. Per quanto riguarda Roku, i ricercatori hanno individuato il servizio DoubleClick di Google nel 97% dei canali installati. Ma non c’è da stupirsi di questi dati così sconcertanti: la stragrande maggioranza degli utenti, se non tutti, accetta i contratti di licenza senza nemmeno leggere una riga.

È un grosso vantaggio per le aziende e un’arma a doppio taglio per noi utenti che ci meravigliamo quando veniamo a conoscenza di questi dati. Secondo Narayanan è necessario implementare un nuovo sistema di controlli per la privacy, soprattutto considerando che il mercato pubblicitario sulle TV sfrutta questi buchi di privacy per battere cassa.