Se un tempo eravamo abituati a smartphone con una sola fotocamera e alle loro foto più o meno dettagliate, l’arrivo di telefoni con 2-3-4 fotocamere ci ha permesso di godere di un nuovo livello di nitidezza e qualità degli scatti. Dove un tempo un unico modulo doveva fare tutto, adesso abbiamo sensori che si occupano solo degli scatti grandangolari, macro e via discorrendo.

L’aumento del numero dei sensori ha dato il via anche all’arrivo di smartphone con il retro bombato, sporgente. Basta guardare gli ultimi smartphone presenti sul mercato per notare questo trend. La maggior parte delle aziende sono costrette a scendere a compromessi di design pur di inserire fotocamere sempre più potenti.

sensori fotocamere smartphone univesità utah

Tutto ciò potrebbe essere un brutto ricordo o almeno è quello che afferma Rajesh Menon, professore associato di ingegneria elettrica e informatica dell’Università dello Utah. Il suo gruppo di ricerca ha messo a punto una nuova tecnologia che permette di sviluppare obiettivi estremamente leggeri e sottili.

Per dare una misura della sottigliezza del sensore sviluppato, questo è 100 volte più leggero e 1000 volte più sottile. Stiamo parlando di pochi micron contro gli attuali millimetri dei sensori integrati nei nostri smartphone. Per raggiungere questo risultato, il gruppo di ricerca ha dovuto ridisegnare la lente in modo da assumere una forma piatta piuttosto che curva. Infatti, secondo l’ottica di rifrazione convenzionale, le lenti di oggi sono composte da superfici curve che diventano via via più spesse all’aumentare della risoluzione.

Per arrivare a questo risultato sono ricorsi all’utilizzo di diverse microstrutture che convogliano la luce in maniera corretta sul sensore. Il vantaggio di questa nuova tecnologia non solo permette di usufruire di sensori più piccoli e leggeri, ma anche di abbattere i costi di produzione puntando su materiali come polimeri di plastica e non più vetro.