I produttori di smartphone tendono ad esprimere l’autonomia dei propri dispositivi in tempi di conversazione e di standby piuttosto che in “tempo con lo schermo attivo”: questi numeri, oltre ad essere poco utili per la maggior parte degli utenti, che ormai dedicano il 99% del tempo a social, navigazione internet, giochi e lavoro invece che alle chiamate, sono come oggi scopriremo fuorvianti, dato che due grosse aziende come Apple e HTC li sovrastimano. L’associazione inglese dei consumatori Which? ha voluto mettere alla prova  le affermazioni  in merito di Nokia, Samsung Sony e delle altre due compagnie appena citate.

Partiamo da Apple, che per esempio stima l’autonomia in chiamata di iPhone XR in 25 ore, mentre i test mostrano tempi al di sotto delle 17 ore: in generale, i risultati per l’azienda della mela risultano essere inferiori del 18-51% rispetto a quanto affermato.  La situazione migliora un po’ per HTC, che indica una media di 20,5 ore per i propri smartphone, mentre i test si concludono con un’ora in meno. Nokia, Samsung e Sony invece fanno il contrario e rimangono conservatrici per quanto riguarda le stime dei tempi di chiamata: in particolare, l’azienda nipponica sorprende tutti con Sony Xperia Z5 Compact che rimane acceso per ben 25 ore e 52 minuti di chiamata, un bel salto rispetto alle 17 ore pubblicizzate.

Tutti questi risultati vanno però davvero presi con le pinze siccome Which? non ha divulgato nei dettagli le metodologie seguite per l’esecuzione dei test, se non dicendo che i telefoni sono stati caricati fino al 100% e poi sono stati lasciati in una chiamata continua fino all’esaurimento della carica delle batterie. Nulla è stato detto in merito ad app installate, versioni software, se le chiamate fossero fatte in Wi-Fi o su rete mobile. Risulta anche strana la presenza di Xperia Z5 Compact, dato che lo smartphone è stato lanciato nel 2015. Which? ha anche contattato Apple per avere delle spiegazioni, al che l’azienda di Cupertino ha risposto: “testiamo i nostri prodotti rigorosamente con dei test che riflettono la loro intelligenza nel massimizzare l’utilizzo della batteria grazie alla stretta integrazione di hardware e software. Non possiamo confrontare i nostri metodi con quelli di Which? dato che l’associazione non ha fornito dettagli sui propri”. HTC invece si è brevemente espressa così: “Testiamo diligentemente tutte gli aspetti prestazionali dei nostri prodotti: differenze in setup e ambienti di test possono risultare in variazioni dei tempi di chiamata”.

L’argomento è sicuramente interessante e meriterebbe maggiori approfondimenti, magari tramite l’esecuzione di nuovi test precisamente documentati, che, se eseguiti in modo diligente e facilmente replicabile, potrebbero portare le aziende ad utilizzarli in futuro, cosa che consentirebbe di avere dei risultati facilmente confrontabili fra tutti gli smartphone in commercio.