WhatsApp può essere utilizzata per un gran numero di scopi. C’è chi la sfrutta per chattare con amici e parenti, chi per organizzare feste di compleanni, oppure per informare i membri circa l’ubicazione di posti di blocco lungo la strada.

Un gruppo di 49 persone della Valle Scrivia avevano messo su una chat privata dove, oltre a lanciare insulti contro le forze dell’ordine, venivano indicati i luoghi in cui erano presenti posti di blocco. La chat aveva quindi lo scopo di evitare ai propri membri di ricevere multe o il sequestro della patente se beccati con un tasso alcolemico oltre il valore consentito dalla legge.

Non è reato creare una chat di WhatsApp per segnalare la posizione di posti di blocco

Secondo il giudice per le indagini preliminari Luisa Avanzino, la creazione della chat non comporta l’interruzione di servizio pubblico. Secondo il GIP il servizio delle forze dell’ordine è sempre stato svolto regolarmente, anche perché l’esiguo numero di utenti non poteva incidere sul numero reale di utenti sulla strada.

Non è la prima volta che l’applicazione di instant messaging viene utilizzata per scopi simili. A novembre scorso ci siamo infatti occupati di un gruppo di persone di Agrigento che avevano messo in piedi una chat di WhatsApp per segnalare la presenza di autovelox lungo la strada.