Satispay ha ricevuto l’autorizzazione come Istituto di Moneta Elettronica in Lussemburgo e trasferisce la sede da Londra, in modo da garantire la continuità del servizio anche in caso di Brexit con “no deal“.

Con un eventuale “no deal“, il Regno Unito uscirebbe dall’Unione Europea il 12 aprile senza negoziati o rassicurazioni in merito ai rapporti futuri: tale divorzio “forzato” potrebbe comportare diversi problemi, anche alle imprese, che si ritroverebbero a dover fronteggiare maggiori spese e vincoli doganali.

Satispay vuole evitare possibili complicazioni e ha spostato la sede da Londra al Lussemburgo, ovviamente dopo aver ottenuto l’autorizzazione come Istituto di Moneta Elettronica. Ecco le parole di Alberto Dalmasso, co-fondatore e CEO di Satispay:

Abbiamo operato fino a ora con la licenza di IMEL in capo alla controllata Satispay Ltd, con sede a Londra, ma ormai molti mesi fa abbiamo deciso di avviare la richiesta di autorizzazione in un altro Paese con il preciso obiettivo di tutelare i nostri utilizzatori da possibili disservizi che una Brexit, specie con no deal, avrebbe potuto comportare.  Dopo un’approfondita analisi di vari mercati, abbiamo trovato in Lussemburgo un ambiente estremamente professionale, con un regolatore preparato a offrire al mercato tutte le garanzie di sicurezza e correttezza, garantendo al contempo ai nuovi entranti del settore la possibilità di operare in un framework tecnico regolatorio che favorisce la crescita e risponde alla necessità di realtà come noi di procedere speditamente.”

Tutti gli utilizzatori di Satispay riceveranno comunicazione del cambiamento alla fine di marzo. Nel frattempo l’azienda dietro al sistema di pagamento ha avviato le attività operative per l’ingresso in nuovi mercati, partendo dalla nomina di Giorgio Ponticelli a Chief International Development Officer, che gestirà il debutto in Lussemburgo e in Germania nei prossimi mesi.