Dopo la mozione di metà estate che nel 2017 mandava definitivamente in pensione il roaming, si è sempre più assistito ad un incremento del traffico mobile all’interno dei confini europei. Questo è quanto è emerso chiaramente da un rapporto stilato dalla Commissione Europea sull’andamento del mercato in questi primi anni post roaming.

Infatti, da quel che viene redatto all’interno del report pubblicato dalla Commissione Europea, si registra un sensible incremento del traffico dati durante l’estate del 2018. Nei mesi caldi, spesso scelti da cittadini europei per visitare paesi stranieri ma sempre all’interno dei confini europei, è stato registrato un traffico dati 12 volte superiore a quando le tariffe roaming erano ancora in essere.

Il rapporto valuta anche il quantitativo di dati (MB) consumati dai cittadini europei durante il Q3 del 2018. In questo lasso di tempo sono stati consumati in media 440 MB di dati in roaming contro gli appena 60 MB dell’estate del 2016. Questi valori sono tuttora in crescita, malgrado un lieve calo durante il Q4 2018, con l’estate del 2019 eletta come quella in cui vedremo un ulteriore record di traffico dati in roaming.

Il drastico abbassamento dei limiti di prezzo ha anche contribuito ad abbassare ulteriormente il sovrapprezzo dei servizi roaming per quasi tutti gli operatori mobile. Infatti, se fino a due anni fa il prezzo medio per GB era di 8,22 euro, nei primi tre mesi del 2019 è sceso ad appena 1,78 euro. Stessa cosa per quanto riguarda la controparte vocale dove si è passati da 2,90 centesimi di euro al minuto a 1,97 centesimi di euro al minuto.

Il rapporto stilato dalla Commissione Europea sottolinea come le aspre critiche e i timori che l’abolizione delle tasse sul roaming avrebbero incrementato i costi delle offerte nei confini nazionali, hanno in realtà contribuito a standardizzare i prezzi per i servizi mobile all’interno dei confini dell’Unione Europea, con una ottima risposta da parte dei cittadini e delle compagnie telefoniche.