A fronte dei numerosi D.P.C.M. pubblicati dal Governo Conte per quanto riguarda la tutela della salute pubblica e delle misure adottate per arginare il contagio del Coronavirus, i pazienti che necessitano di una ricetta medica possono riceverla tramite email, SMS o su WhatsApp. Infatti, come dichiara il ministro della Salute, Roberto Speranza, “dobbiamo fare di tutto per limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del virus Covid-19. Puntiamo con forza sulla ricetta medica via email o con messaggio sul telefono. Un passo avanti tecnologico che rende più efficiente tutto il sistema sanitario nazionale“.

La ricetta medica arriva via WhatsApp

In un lungo processo di dematerializzazione della burocrazia italiana avviato nel 2011, la classica ricetta rossa è stata sostituita dalla ricetta elettronica. Questa, munita di un codice di identificazione univoco chiamato NRE o Numero di Ricetta Elettronica, viene utilizzata dal farmacista e affiancata al codice fiscale dell’assistito per accedere al sistema e recuperare la prescrizione medica.

Dove ricevere il Numero di Ricetta Elettronica

Quindi, come leggiamo nella nota ufficiale in ottemperanza alle disposizioni del ministro della Salute e del Capo Dipartimento della Protezione Civile, è possibile ricevere il Numero di Ricetta Elettronica tramite:

  • trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (PEC) o quella di posta elettronica ordinaria (PEO);
  • comunicazione del Numero di Ricetta Elettronica con SMS o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile;
  • comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di Ricetta Elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico”.

Vi esortiamo quindi di richiedere al vostro medico curante il rilascio del “promemoria dematerializzato”, in modo da non essere costretti a visitare l’ambulatorio medico per la prescrizione di una ricetta e ridurre così le probabilità di contagio con il Coronavirus.