Uno dei risvolti più ovvi e più impattanti del ban USA contro Huawei riguarda l’impossibilità delle aziende americane di stringere rapporti commerciali con Huawei, cosa che sta ovviamente portando il colosso cinese  a guardarsi altrove per l’approvvigionamento di componenti essenziali per lo sviluppo di nuovi dispositivi.

Qualcomm perderebbe 6.8 miliardi di euro

Fra questi rientrano ovviamente i chip 5G, una tecnologia su cui Huawei ha investito diversi miliardi di dollari e sempre più tirata in ballo da varie nazioni (anche europee, come ci ricorda questa storica decisione del governo inglese) per via di importanti preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale.

In questo contesto le aziende americane come Qualcomm vedono un enorme svantaggio nel non potere più vendere componenti a Huawei, e secondo un nuovo rapporto pubblicato dal Wall Street Journal, pare che l’azienda stia facendo pressioni al governo americano per poter tornare a vendere chip 5G a Huawei.

Secondo alcune informazioni condivise da chi è informato dei fatti, Qualcomm avrebbe espresso importanti preoccupazioni citando il fatto che il ban degli USA non fermerà Huawei dall’ottenere componenti per il 5G da altre aziende. Questo potrebbe portare Qualcomm a perdere 8 miliardi di dollari all’anno, circa 6.8 miliardi di euro, che entrerebbero così nelle casse di aziende competitor.

Quella di Qualcomm è una delle critiche più comuni da parte di chi non vede di buon occhio il ban voluto dall’amministrazione Trump, ed il fatto che Huawei sia ad oggi il primo produttore al mondo di smartphone indica che l’azienda sta seguendo una strategia vincente in grado di permetterle di gestire le problematiche causate dal ban.

Qualcomm avrebbe inoltre sottolineato come Samsung e MediaTek potrebbero essere due fra le aziende che godrebbero di importanti vantaggi per via del ban, soprattutto se si prende in considerazione la voce che vedrebbe Huawei intenzionata a stringere nuove partnership con MediaTek per il 2020.