Da qualche tempo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha drizzato le antenne sui social network per contrastare i fenomeni di pubblicità occulta ad opera di aziende e influencer, ossia quei profili con tanti seguaci che talvolta collaborano con alcune realtà a scopi pubblicitari.

Il mondo virtuale è soggetto alle stesse regole del mondo reale: la pubblicità va segnalata per non contravvenire alle prescrizioni del Codice del Consumo. Nell’agosto scorso, l’Autorità ha inviato agli influencer e ai titolari dei marchi utilizzati delle lettere di moral suasionnelle quali veniva ricordato che la pubblicità deve essere riconoscibile e non si può lasciar credere di agire in modo disinteressato quando in realtà si sta promuovendo un brand.

L’azione ha avuto esito per gran parte positivo: diversi influencer hanno incrementato gli avvisi sui post in merito alla presenza di materiale pubblicitario, anche con l’utilizzo di hashtag mirati. Tuttavia il problema non è stato estirpato del tutto, e lo conferma l’azione dell’Antitrust che su segnalazione dell’Unione Nazionale dei Consumatori ha avviato un procedimento nei confronti di alcuni soggetti che operano su Instagram, di Alitalia e di una società riconducibile alla stilista Alberta Ferretti, già destinataria di un intervento di moral suasion nel 2017.

La contestazione riguarda l’utilizzo da parte di alcuni influencer di capi di abbigliamento a marchio Ferretti sui quali è impresso il logo della compagnia aerea, il tutto senza alcuna avvertenza sull’obbiettivo dei post. Per questa ragione il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha effettuato degli accertamenti nelle sedi delle due società.