Vi ricordate i tempi in cui i produttori di smartphone cercavano di rendere l’interfaccia grafica più naturale inserendo elementi, pulsanti e texture che potessero richiamare la realtà? Ora questa moda potrebbe tornare grazie a Bob Burrough, ex ingegnere di primo livello di Apple, ed al suo progetto Erasmus. Ormai tutte le interfacce utente stanno convergendo da anni verso un generale “appiattimento” e la più spinta semplificazione mentre Project Erasmus mira a riportare una certa profondità all’UI, modificandone dinamicamente l’aspetto a seconda di come la luce ambientale arriva alla fotocamera dello smartphone.

Dato l’utilizzo di un iPhone per la demo, che è sprovvisto di fotocamera grandangolare frontale, lo sviluppatore ha dovuto utilizzare una lente Olloclip ad aggancio per catturare un’immagine più ampia possibile dell’ambiente circostante: questo perché il software proietta le immagini catturate nella scena visualizzata nello smartphone dopo averle processate come mappe ambientali. In questo modo, come si può vedere dal video qui sopra, Bob Burrough è riuscito ad ottenere degli effetti scheumorfici davvero realistici che vanno ben oltre un semplice effetto parallasse, soprattutto per quanto riguarda i pulsanti dell’interfaccia demo mostrata, che sembrano davvero essere lì sotto lo schermo data la perfetta risposta alla luce circostante. Solo guardando il video sembra quasi di poter toccare i pulsanti e sentirne l’incavatura sotto le dita grazie alle ombre virtuali che si adattano alla luce ed ai riflessi.

La demo mostra un’interfaccia un po’ datata che probabilmente non incontra il gusto moderno, ma naturalmente questo tipo di realismo potrebbe essere applicato alle pulite interfacce a cui siamo abituati, andando a creare un nuovo connubio di semplicità e profondità. Resta solamente da chiedersi quale sia l’effetto sulla durata della batteria ma probabilmente, visti i continui miglioramenti prestazionali offerti da ogni nuova generazione di processori mobili, l’impatto potrebbe essere ridotto al minimo.

E voi che ne pensate? Project Erasmus, magari rivisto in chiave moderna, troverà mai posto nel vostro smartphone? Fatecelo sapere nei commenti!