Un nuovo problema minaccia i produttori di smartphone, e riguarda le abitudini dei consumatori. Nel 2014 un flagship durava in media 23 mesi, poi lo si sostituiva con un altro solitamente nuovo. Per BayStreet Research il ciclo di vita medio odierno è di 31 mesi, e le proiezioni future non assecondano le speranze dei produttori.

Secondo il Wall Street Journal, infatti, entro il prossimo anno la media potrebbe arrivare a 33 mesi. Un’enormità se si considera che una fetta considerevole di quelli che i top di gamma dovrebbe venderli li aggiorna ogni sei mesi, OnePlus in testa.

Il cielo da grigio diventa scuro se si osserva il trend del mercato dell’usato, sempre più affollato da coloro che si apprestano al grande passo. Secondo Counterpoint Technology Market Research c’è un settore destinato a crescere più velocemente di quanto non abbia già fatto, ed è quello dei ricondizionati che oggi riguarda uno smartphone su dieci venduti.

Gli habitué dei top di gamma, all’atto di rinnovare il proprio, non rinunciano ad averne un altro. Semplicemente non lo acquistano nuovo. È interessante in tal senso la similitudine di Sean Cleland, manager di B-Stock Solutions.

L’attuale mercato degli smartphone assomiglia molto a quello delle auto. È passata la stessa mentalità: voglio ancora una Mercedes, ma attenderò un paio d’anni per acquistare il modello precedente.

Addirittura Samsung Mobile, per bocca del CEO DJ Koh, ha messo al vaglio l’ipotesi di rivedere le proprie strategie su alcuni mercati. Meglio cavalcare l’onda e puntare sui rigenerati oppure accelerare su nuovi prodotti di fascia – e prezzo – inferiore? La speranza però è che i nuovi Galaxy S9 abbiano un appeal tale da scardinare le nuove, terribili, abitudini dei clienti.

Vai a: Samsung Galaxy S9: impressioni di utilizzo dopo 24 ore (video)