Sono circolate ieri su Weibo, grazie all’analista Kevin Wang di IHS, alcune informazioni sui costi dei componenti di Samsung Galaxy S8. È così emerso che la produzione del nuovo flagship costa, di soli materiali e manodopera per l’assemblaggio, poco meno di 308 dollari al colosso sud coreano.

Ricordiamo che si tratta di costi dei materiali puri che non comprendono costi di ricerca, sviluppo e marketing sostenuti da Samsung, che non sono quantificabili in maniera così semplice. Emerge così che il display è il componente più costoso con i suoi 85 dollari mentre lo Snapdragon 835 dovrebbe costare oltre 60 dollari.

Quello che però più conta, come sottolinea il noto analista cinese Pan Jiutang, è che Samsung produce internamente una gran parte dei componenti utilizzati, il cui costo supera i 200 dollari, oltre due terzi del costo complessivo dello smartphone.

Questo sembra essere il grande freno alla crescita dei produttori cinesi che, salvo pochissime eccezioni, devono interamente ricorrere a fornitori esterni per la componentistica. Si salvano Huawei, che produce internamente i chipset dei propri smartphone e da poco Xiaomi, che però è ancora nella fasi iniziale dello sviluppo dei chipset Surge.

I produttori cinesi di smartphone dovranno dunque pensare a sviluppare le proprie linee per ridurre i costi di approvvigionamento presso terze parti e diventare più competitivi rispetto a Samsung.