Bisognerà attendere quantomeno il prossimo anno per la conclusione del procedimento dell’Antitrust relativo ai presunti accordi intercorsi tra gli operatori telefonici, nello specifico Vodafone, Wind Tre, TIM e Fastweb, in occasione del ritorno alla fatturazione mensile.

L’AGCM, titolare del procedimento, ha infatti prorogato la conclusione delle indagini al 31 gennaio 2020, al fine di poter elaborare correttamente tutte le informazioni raccolte grazie alla documentazione acquisita. Allo stesso tempo L’Antitrust vuole garantire il “diritto di difesa e il pieno dispiegarsi del contraddittorio“.

Il caso è stato avviato nel mese di febbraio del 2018 quando il nucleo Antitrust della Guardia di Finanza ha avviato una serie di indagini legate ad Asstel, l’associazione delle compagnie telefoniche sospettata di aver fatto da tramite fra gli operatori nella ricerca di un’intesa comune sul ritorno alla fatturazione mensile, volta a non perdere la “tredicesima mensilità” introdotta negli anni precedenti.

I dubbi erano nati dopo che le compagnie avevano adottato identiche modalità di attuazione in occasione del ritorno alla fatturazione mensile, impedendo in sostanza agli utenti di avere un corretto confronto commerciale per l’esercizio del diritto di recesso.

L’Antitrust aveva in quell’occasione ipotizzato che il cartello fosse nato in precedenza e avesse portato di fatto alla nascita del sistema di fatturazione quadrisettimanale, incontrando ferme smentite da parte degli operatori che hanno da sempre ribadito di aver operato nel rispetto della normativa vigente.

Si allungano i tempi per il chiarimento di una vicenda che ha portato finora al pronunciamento da parte del Consiglio di Stato, che ha obbligato gli operatori a restituire quanto indebitamente addebitato, ma che potrebbe riservare ulteriori sorprese.