Un report di Microsoft sugli assistenti vocali dipinge un quadro di moderata sfiducia da parte degli utenti, che vedono minacciata la propria privacy. Nonostante un grado di soddisfazione molto elevato, che raggiunge l’80%, gli utenti di Google Assistant, Amazon Alexa, Siri e degli altri assistenti vocali, il 41% per essere precisi, temono che i propri dati vengano utilizzati in modo improprio.

A rafforzare questo timore ha contribuito un report di Bloomberg, secondo cui il team di Amazon Alexa che si occupa della revisione delle clip audio avrebbe accesso a troppi dati. Quello che molti utenti ignorano è che tutti gli sviluppatori di assistenti vocali hanno un team che si occupa di controllare i dati vocali acquisiti, per istruire le proprie applicazioni e migliorare l’interazione con gli utenti.

Il team di Alexa però avrebbe accesso anche ai dati sulla posizione da cui proviene ogni singola registrazione, con la possibilità di associare ogni clip a un luogo preciso. Amazon ha provato a rassicurare gli utenti, affermando che nessun dipendente effettua un uso improprio dei dati e che vengono effettuati numerosi controlli in tal senso.

Sembra dunque indispensabile, per i colossi della tecnologia che utilizzano gli assistenti vocali, costruire una relazione di fiducia con gli utenti, facendo maggiore chiarezza sull’uso dei dati, fornendo inoltre loro la possibilità di decidere se e quali dati condividere.

Trovate il report completo a questo indirizzo.