Secondo gli ultimi dati AGCOM del 2019 evidenziati da una ricerca condotta dall’ISP Uli – Utility line Italia, il 95% delle famiglie italiane è raggiunto da ADSL e il 67% da Fibra con velocità in download di almeno 30 Mbps e il 35,3% che arriva a 100 Mbps.

L’AGCOM impone di fornire, sia nella fase precontrattuale che contrattuale, informazioni evidenti e trasparenti in merito alle caratteristiche dell’infrastruttura utilizzata per l’erogazione dei servizi, specificando sigle, sottotitoli e colori.

Secondo la ricerca di Uli, il 65,6% degli intervistati dichiara di non conoscere la differenza tra architettura mista FTTC (Vdsl2) e fibra ottica to the home (FTTH) o dedicata, il 33,4% non ne è al corrente e l’1% non risponde.

Le cause della migrazione dai precedenti ISP a Uli sono riconducibili a costi elevati e continui aumenti (34,4%), velocità limitata e diversa da quella stimata (24,4%), chiarezza contrattuale (18,9%), assistenza tecnica carente (10%), qualità audio (8,9%), inadeguata assistenza commerciale (2,4%), non risponde (1%).

L’ignoranza degli italiani in materia di connessioni di rete li porta a essere esposti alle offerte ingannevoli da parte degli operatori. La più diffusa è quella della fibra ottica fino alla cabina (FTTC) che prosegue in rame fino all’edificio e nei contratti viene spesso indicata una velocità fino a 100 Mbps senza specificare una banda minima garantita.

Un’altro caso riguarda l’installazione dell’ADSL in attesa della fibra che non arriverà mai, inoltre sono in pochi a essere sapere che la fibra mista-rame (Fttc/Vdsl2) e le vecchie ADSL/Hdsl non consentono ulteriori upgrade di banda, che invece sono possibili nel caso della fibra FTTH e della fibra ottica dedicata.

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