Una delle missioni di Mozilla è sempre stata la creazione di un Web libero, indipendente e accessibile da tutti. Tale missione è, ad oggi, quello che la stessa Mozilla definisce come il proprio principale motivo d’essere. La libertà del Web passa anche per il progressivo abbandono delle piattaforme chiuse di Apple, Google, Microsoft ed altri in favore del Web intero. Mozilla punta infatti a spingere gli sviluppatori a considerare anche il Web come piattaforma per le proprie applicazioni e non solamente l’App Store o l’Android Market, attraverso le “applicazioni web che rivaleggiano con le native”.

La fondazione afferma che “bisogna rendere più semplice sviluppare per il Web piuttosto che per le piattaforme proprietarie” e annuncia che ha piani di portare il Mozilla Marketplace attualmente esistente su un maggior numero di dispositivi.

“HTML5 is a compelling technology for developing apps, and is quickly improving. Combined with the freedom to build what you want and distribute it directly to users on your own terms, it has great potential. But just as there are gaps to be filled from a technology point of view, there are gaps to be filled from an ecosystem point of view. The Web lacks standard, consistent ways to find, rate, review, purchase and prove ownership of apps. Mozilla’s goal is to foster an ecosystem that combines the best elements of the Web with the best elements of the app model”

“HTML5 è una tecnologia interessante [convincente] per lo sviluppo di applicazioni, e sta rapidamente migliorando. Combinata con la libertà di costruire ciò che vuoi e di distribuirlo direttamente agli utenti alle tue condizioni, ha un grande potenziale. Ma ci sono dei buchi da riempire dal punto di vista della tecnologia e ci sono buchi da riempire dal punto di vista dell’ecosistema. Il Web manca di standard e di modalità uniformi per trovare, valutare, comprare e dimostrare la proprietà di applicazioni. L’obiettivo di Mozilla è di incentivare un ecosistema che combini i migliori elementi del Web con i migliori elementi del modello ad applicazioni.”

Rendere le applicazioni Firefox-centriche porterebbe indubbi vantaggi a Mozilla, che negli ultimi mesi ha visto cedere le sue quote di mercato all’agguerrito Chrome, ma non è questo l’obiettivo della fondazione. L’obiettivo è diffondere applicazioni multipiattaforma e compatibili con tutti i browser. Gli standard che Mozilla sta formando offriranno “supporto a multipli app store, distribuzione diretta delle applicazioni da parte degli sviluppatori, portabilità delle applicazioni e reale possesso da parte dell’utente delle proprie applicazioni”. La distribuzione avverrà tramite il già citato Marketplace, che al momento funge da negozio per i gadget ufficiali Mozilla, tramite un’espansione del sito stesso per ospitare le applicazioni per tutte le piattaforme. Le applicazioni saranno supportate in ogni browser indipendentemente dal dispositivo o dal sistema operativo, e gli sviluppatori saranno in grado di pubblicare titoli sia gratuiti sia a pagamento.

Una parte consistente della sfida per Mozilla è l’accesso all’hardware da parte di applicazioni create con HTML5, CSS e JavaScript, che naturalmente non hanno la stessa flessibilità del codice nativo (compilato o interpretato che sia). La conseguenza ovvia è che Mozilla spinga sull’acceleratore del proprio sistema Boot to Gecko, il quale prende solo gli elementi essenziali per il funzionamento del sistema da Android e utilizza una interfaccia utente in HTML5 assieme ad applicazioni web.

L’intento di Mozilla, dunque, è di liberarci dalla “schiavitù della piattaforma” e di far sì che chiunque possa accedere a qualunque applicazione e contenuto indipendentemente dalla piattaforma, dal browser e dalle tecnologie impiegate per far funzionare le applicazioni “normali”. Il Web è “agnostico”, poichè non fa differenze tra piattaforme quando deve essere fruito: tale “agnosticismo” deve essere espanso anche alle applicazioni, così che chiunque possa godere dei contenuti senza alcuna discriminazione. Le intenzioni di Mozilla sono più che lodevoli, ma una domanda sorge spontanea: riuscirà la fondazione del Panda Rosso a far sentire il proprio peso e a rendere il Web migliore anche in questo caso?