La pandemia di COVID-19 ha lasciato un segno pesante nel mercato degli smartphone nel primo trimestre del 2020. In Europa il segmento si è ridotto del 7% su base annua e del 23% su base trimestrale.
La società di analisi di mercato Counterpoint Research evidenzia che il primo trimestre dell’anno è generalmente il più scarso in termini di vendite di smartphone, ma nel 2020 i dati sono stato ulteriormente abbassati dall’epidemia di Coronavirus e dai conseguenti lockdown. L’Italia ha subito il maggiore impatto nel primo trimestre 2020 in termini di vendite di smartphone, registrando un calo del 21% su base annua.
Samsung deteneva una quota di mercato del 39% nel Bel Paese, la maggiore in tutti i paesi europei citati dalla società di ricerche di mercato nella recente analisi, e ha mantenuto la posizione di preminenza in Europa, tuttavia la quota di mercato delle vendite di smartphone è scesa del 2% su base annua.
In tutta Europa, Samsung ha ottenuto una quota di mercato del 35% nel primo trimestre 2020 ed è stata seguita da Apple con il 32% e da Huawei con il 13%. Il paese meno colpito è stato la Russia che ha registrato solo un calo dell’1% su base annua e dove Huawei ha mantenuto la leadership con una quota di mercato del 33%, mentre Samsung si è piazzata al secondo posto con il 19%.
Samsung aumenta le vendite di smartphone in America Latina
Secondo la società di ricerca le vendite di smartphone sono diminuite considerevolmente anche nei paesi appartenenti all’America Latina. Nel primo trimestre 2020 il mercato degli smartphone in America Latina ha registrato un 20,8%, in netto calo rispetto al 30,1% del primo trimestre 2019.
Ciò nonostante, Samsung non solo è riuscita a mantenere la sua posizione dominante in questi paesi, ma ha anche aumentato la sua quota di mercato delle spedizioni di smartphone passando dal 35,4% del primo trimestre 2019 al 37,9% di quest’anno.
Ad eccezione di Samsung e Xiaomi, tutti gli altri principali produttori di smartphone hanno registrato un calo delle quote di mercato delle spedizioni alla fine del primo trimestre 2020, dovuto in gran parte all’epidemia di COVID-19.