I ministri delle finanze dell’Unione Europea discuteranno questa settimana una serie di proposte per adottare una tassa sul fatturato digitale entro la fine del 2018.

Se i governi dell’UE concordano sul fatto che le norme fiscali dovrebbero essere modificate per aumentare la tassazione sui servizi digitali, al momento non si è trovato un accordo sul procedimento da seguire per raggiungere questo obiettivo.

I Paesi più piccoli e con aliquote fiscali più basse, come il Lussemburgo e l’Irlanda, che ospitano grandi multinazionali americane, vogliono che i cambiamenti dell’UE si uniscano a una riforma globale della tassazione digitale mentre quelli più grandi, come la Francia e l’Italia (che sostengono di avere perso milioni di euro di entrate fiscali a causa del passaggio dei profitti imponibili dei giganti digitali a Stati con tasse più basse), vogliono una soluzione rapida.

Stando a quanto si apprende, soltanto le imprese con un fatturato annuo globale di 750 milioni di euro e un reddito UE di almeno 50 milioni di euro all’anno saranno soggette al nuovo sistema di tassazione dell’Unione Europea (ossia circa 200 società).

I colossi del settore come risponderanno alla nuova tassazione?