Il sensore di impronte digitali ottico integrato nel display è sufficientemente sicuro per l’utilizzo con i pagamenti, le app bancarie e così via? È quello che starebbe cercando di capire Google, che potrebbe anche arrivare, in caso di esito sfavorevole, a negare l’autorizzazione TrustZone.

David Ruddock, editore presso Android Police, ha infatti raccontato su Twitter di alcune voci provenienti dal CES 2019 appena conclusosi in quel di Las Vegas. Sembra infatti che Google stia investigando su questo tipo di lettori di impronte, utilizzati su alcuni smartphone recenti come Huawei Mate 20 Pro e OnePlus 6T, chiedendosi se siano abbastanza sicuri da avere l’autorizzazione TrustZone, necessaria per lo sfruttamento in app “sensibili”.

Nel caso in cui venisse rilevato che tali sensori fossero troppo semplici da aggirare (è quello il sospetto), è probabile che non ne vedremo più molti in circolazione. La “soluzione” potrebbe essere un avanzato riconoscimento facciale oppure un sensore di impronte di tipo ultrasonico (qualcuno ha detto Qualcomm?).

Sembra che Samsung sarà il primo grande cliente di Qualcomm da questo punto di vista: i suoi nuovi Galaxy S10 dovrebbero infatti utilizzare un sensore di impronte integrato nel display di tipo ultrasonico, proveniente proprio dal chip maker californiano. Per scoprire cosa accadrà non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi. Nel frattempo vi chiediamo: come vi state trovando con il lettore in-display, nel caso ne abbiate uno sul vostro smartphone?