La realizzazione delle reti 5G porterà indubbiamente grossi benefici nel campo della telefonia mobile ma secondo quanto affermano alcuni esperti, potrebbe provocare gravi conseguenze nel campo delle previsioni meteorologiche a breve termine, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti.

Dan DePodwin, responsabile delle previsioni meteo di AccuWeather, esprime tutta la sua preoccupazione sulla vicenda, sulla quale si sono espresse anche NASA e NOAA (Natural Oceanic and Atmospheric Administration):

Siamo seriamente preoccupati delle possibili interferenze con le previsioni meteo e con gli allarmi. Le interferenze delle reti 5G potrebbero rendere inefficaci gli avvisi legati a tempeste, nevicate, uragani, tornado e altre emergenze meteorologiche.

Da dove arriva questo allarme, definito invece “asserzioni esagerate e non verificate dell’ultimo minuto” da Ajit Pai, amministratore delegato della FCC (Federal Communication Commission)?

Le reti 5G lavorano anche nello spettro di frequenza di 24 GHz, pericolosamente vicine ai 23,8 GHz che rappresentano la frequenza a cui vibrano le molecole di vapore acqueo nell’atmosfera. Attualmente i satelliti dedicati alle previsioni meteo monitorano queste vibrazioni per consentire alle agenzie specializzati di fornire previsioni accurate a breve termine (3 giorni).

La vicinanza delle frequenze delle reti 5G provoca pericolose interferenze, al momento in maniera casuale e imprevedibile, che rende inefficace la raccolta dati e di conseguenza la formulazione di previsioni attendibili. Secondo l’allarme lanciato dalla NOAA l’assenza di tali dati riporta la meteorologia indietro di almeno quarant’anni e le cose sarebbero destinate a peggiorare drasticamente con la crescita delle reti 5G, che si preannuncia molto intensa nei prossimi anni.

Il problema al momento riguarda esclusivamente quei Paesi, come gli USA, che hanno deciso di utilizzare anche le frequenze intorno ai 24 GHz per la trasmissione del segnale radio, mentre resteranno escluse quelle realtà che operano a frequenze sub-6GHz o a frequenze superiori, solitamente superiori ai 26 GHz (come accade in Italia).