Continua il dibattito relativo alle reti 5G, che ieri 14 novembre ha visto un nuovo capitolo con la relazione del professor Angelo Marcello Cardani, presidente di AGCOM, prezzo la IX Commissione Permanente dei Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.

Nel corso dell’esposizione, di cui trovate i contenuti completi in questo documento, il presidente ha toccato vari temi, parlando sia dell’infrastruttura sia dei possibili problemi legati alla salute, uno dei temi più controversi legati alle nuove reti 5G, in fase di realizzazione in tutto il mondo.

Inquinamento elettromagnetico del 5G

Nonostante l’inquinamento elettromagnetico sia pericoloso e dannoso, va sempre tenuto conto della quantità di emissioni generati degli impianti di nuova generazione. Sotto questo punto di vista l’Italia è distante anni luce dai livelli iniziali di pericolosità, dato che i limiti imposti dall’attuale legislazione non hanno eguali in altri Paesi e sono dettati da una eccessiva preoccupazione.

Tali limiti, non supportati da una fondata giustificazione scientifica rappresentano, sempre secondo Cardani, una palla al piede per gli operatori telefonici, impegnati nello sviluppo delle nuove reti. Il 5G, continua il presidente di AGCOM, è una tecnologia assolutamente non pericolosa e l’affermazione si basa su pareri altamente qualificati.

Il livello di emissioni risulta infatti molto inferiore rispetto a quello delle reti 2G/3G/4G, sulle quali non ci sono così tante attenzioni. I principali beneficiari della tecnologia 5G saranno i piccoli paesi, troppo spesso dimenticati e vittime del digital divide.

Italia in prima fila sul 5G in Europa

Nonostante le forti opposizioni incontrate, l’Italia procede spedita verso il 5G ed è al primo posto in Europa per quanto riguarda la gestione delle frequenze del 5G, già assegnate con l’asta pubblica dello scorso anno. Nel nostro Paese sono già partite le offerte commerciali che utilizzano le frequenze comprese tra 3,6 e 3,8 GHz, ma lo sviluppo più importante verrà dagli altri due blocchi di frequenza. In particolare la bada dei 26 GHz garantirà la velocità di trasmissione promessa, mentre la banda a 700 MHz permetterà una copertura capillare e una maggiore penetrazione negli edifici.

Per quest’ultima però sarà necessario attendere fino al 2022, quando la banda sarà liberata dalle emittenti televisive, che attualmente la utilizzano per le trasmissioni del digitale terrestre. Il presidente AGCOM ricorda inoltre che l’Europa ha fissato il 2025 come limite per il raggiungimento della copertura 5G ininterrotta nelle aree urbane e nelle principali linee di trasporto terrestre, al fine di abilitare l’utilizzo diffuso di servizi di nuova generazione.