Ogni anno l’ISTAT ci rivela molte ed utili statistiche, facendo il rendiconto generale del nostro paese. La situazione per quanto riguarda l’accesso ad Internet è migliorata nel 2018 e infatti si è passati ad avere il 75,5% delle abitazioni con una connessione rispetto al più modesto 71,7% del 2017.

Il miglioramento c’è, certamente, ma 75,5 % significa che ad inizio 2019 un quarto delle abitazioni sono ancora sprovviste di accesso alla rete fissa, un dato davvero importante soprattutto se consideriamo che ormai gira tutto attorno alla rete: davvero tutto. La situazione non migliora se si escludono i nuclei abitativi composti solamente da individui con un’età maggiore di 75 anni: infatti in media ancora il 17% delle case in cui vive almeno una persona dall’età compresa fra i 16 e i 74 anni rimangono sprovvisti di connessione ad Internet (contro il 14% europeo).

Naturalmente poi, le famiglie con almeno un minore sono più connesse di quelle composte solo da ultrasessantenni e infatti le percentuali parlano chiaro dato che il 94,4% delle prime sono connesse contro solo il 31,4% delle seconde. Un grande divario c’è anche fra le famiglie con almeno un componente laureato e quelle in cui il massimo titolo di studio è la terza media: 94,9% contro 64%.

Parliamo poi della solita nota dolente: il divario fra Nord e Sud Italia. Al vertice per il maggior numero di famiglie connesse troviamo il Trentino Alto Adige e la Lombardia, mentre in fondo alla coda ci sono Molise, Calabria e Sicilia; degni di nota sono la Val d’Aosta che ha segnato un aumento del 7,1% rispetto al 2017 e, negativamente, Sicilia e Campania che sono incredibilmente peggiorate.

In aumento sono anche statistiche come gli acquisti effettuati online e gli utenti che accedono alla rete tramite smartphone, arrivando rispettivamente a 55,9% e 89,2% dei connessi alla rete. Si vedono infine gli effetti dell’aumento dell’importanza della rete anche sulle imprese, dato che ben il 29% di quelle con almeno 10 dipendenti hanno dichiarato velocità di download superiori ai 30 Mbit/s rispetto al 22,1% del 2017; d’altro canto aumentano anche gli investimenti sugli addetti Ict e sulla formazione dei propri dipendenti per quanto riguarda le competenze digitali, anche se rimane un ampio divario fra piccole e medio-grandi imprese.

Insomma, in Italia non si fanno miracoli come sempre, ma i miglioramenti sono trasversali e si vedono, perciò non possiamo lamentarci molto; al limite dovremmo aiutare in questo senso i meno esperti, per far sì che tutti diventino un po’ più “digitali”.