Nell’era delle rimodulazioni e dei cambi contrattuali, in Senato sono state presentate due proposte che renderanno ancora più difficile, per gli operatori telefonici, modificare il contratto stipulato con il consumatore.

L’attuale Codice delle Comunicazioni elettroniche afferma che l’operatore telefonico può modificare in qualunque momento il contratto, con l’unica tutela per il consumatore che consiste in un preavviso di 30 giorni e nella possibilità di recedere senza costi aggiuntivi.

Le nuove proposte sono più rigide e con qualche differenza. La prima prevede che gli operatori potranno modificare il contratto soltanto dopo 6 mesi dalla stipula, mentre la seconda proposta vieta qualsiasi modifica contrattuale. In questo caso le tariffe potranno cambiare soltanto con la stipula di un nuovo contratto e soltanto al termine della durata di quello in atto.

Gli operatori telefonici si stanno già opponendo a questa scelta del governo, affermando come il tutto andrebbe a ripercuotersi anche sulle modifiche automatiche che rappresentano un miglioramento del contratto, come per esempio il passaggio automatico da Adsl a fibra ottica.

Ancora non sappiamo quale delle due proposte di legge verrà approvata in Senato. In ogni caso non mancheremo di aggiornarvi su eventuali novità.