Se il disegno di legge di Alessio Butti ricevesse l’approvazione delle Camere, Tutto Android dovrebbe chiudere i battenti. Il diritto di prendere informazioni e rielaborarle citando le fonti viene infatti messo in discussione dal disegno di legge, che subordina tale diritto all’accordo economico con gli editori. Il nodo della questione riguarda quelle che vengono chiamate “libere utilizzazioni”. È possibile leggere a questo indirizzo, infatti, che è possibile utilizzare liberamente articoli di attualità citando la fonte dell’informazione.

L’art. 65 LDA prevede la libera riproduzione di articoli di attualità, di carattere economico, politico, religioso, pubblicati nelle riviste o giornali, purché si indichino la rivista o il giornale da cui sono tratti, la data e il numero di detta rivista o giornale e il nome dell’autore, se l’articolo è firmato.
Il motivo di tale disposizione va ricercato nella tutela della esigenza di diffusione  delle opere che costituiscono manifestazioni del pensiero al fine di consentire ed incoraggiare la  libera  circolazione delle idee.
Pertanto, l’uso libero è lecito se effettivamente persegue l’interesse pubblico alla informazione. Ne consegue l’illiceità di ogni utilizzazione libera che persegua scopi diversi (come ad esempio quello di documentazione o pubblicitario).
La libera riproduzione è possibile a condizione che la stessa non sia stata espressamente riservata come avviene, ad esempio, con la formula “tutti i diritti riservati” o altre analoghe (così dispone l’art. 7 del Regolamento di attuazione della legge).

Tale usanza è la più naturale possibile ed è grazie a questa che blog come Tutto Android si sostentano: i “Via X” che leggete in fondo agli articoli e i link che trovate all’interno degli stessi sono permessi da questa pratica, tutelata e regolata dalla legge. Se riusciamo a darvi informazioni tutti i giorni, è grazie a questo. Ciò però non va a genio a certe persone che siedono in Parlamento e che vorrebbero cambiare le cose in modo da non far girare più liberamente le informazioni.

“[…] l’utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto, sono autorizzati esclusivamente sulla base di accordi stipulati tra i soggetti che intendano utilizzare i suddetti articoli, ovvero tra le proprie associazioni di rappresentanza, e le associazioni maggiormente rappresentative degli editori delle opere da cui gli articoli medesimi sono tratti”.

Questo è quanto è possibile leggere nel disegno, al momento al vaglio della Commissione Giustizia del Senato. Questa mossa ammazzerebbe senza appello tutti i blog e i siti di informazione “secondari” che non possono permettersi accordi economici per pubblicare notizie. Ironicamente, per scrivere questo stiamo facendo riferimento a Tom’s Hardware Italia che ci ha gentilmente concesso di usare le informazioni pubblicate sul loro sito: ciò non sarebbe stato possibile se la legge fosse già stata in vigore.

Noi blogger potremmo non essere gli unici obiettivi di questa ennesima legge ammazza-informazione. Gli altri “beneficiari” potrebbero essere i motori di ricerca che indicizzano gli articoli, coloro i quali diffondono attraverso i forum e i social network gli articoli, nonchè tutti coloro che pubblicano estratti (basti pensare ai giornalisti che citano). Usiamo il condizionale “potrebbero”, ma la sensazione è che Butti ci abbia pensato. Citare il famoso “Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi” di Pasolini senza pagare potrebbe diventare reato.

Un mondo molto simile a quelli immaginati da Orwell e Huxley, un “mondo nuovo” in cui non si è più liberi di informare ed informarsi per una subordinazione del diritto d’informazione alla moneta. L’intento, atroce, di persone che già più di una volta hanno provato ad arrestare l’informazione online ritenuta scomoda è chiaro: tenere il popolo nell’ignoranza. Basta ricordarsi al momento giusto delle malefatte di questi personaggi e scegliere di conseguenza se meritino lo stipendio.

Fonte: Tom’s Hardware Italia