Ognuno di noi alla vista di un display con tecnologia OLED o LCD ha una preferenza più o meno consapevole verso l’una o l’altra soluzione. Di solito i primi spiccano per tonalità più sature, contrasti superiori e una maggiore efficienza; i secondi invece recuperano grazie a costi industriali inferiori e una maggiore resistenza all’usura.

Differenze che potrebbero essere stravolte in un futuro non troppo lontano, grazie ai risultati di una ricerca sugli LCD condotta dallo State Key Laboratory on Advanced Displays and Optoelectronics Technologies della Hong Kong University of Science and Technology.

Denominata Active Matrix Ferroelectric Liquid Crystal Display (FLCD), l’ultima frontiera degli schermi a cristalli liquidi si avvale di una matrice attiva ferroelettrica capace di incrementare l’efficienza dalle tre alle cinque volte e di tre volte la risoluzione delle immagini, a fronte di costi di produzione inferiori.

La chiave risiede nella rimozione del filtro colore presente negli LCD attuali che, da sola, assorbe il 70% della retroilluminazione e di conseguenza dell’energia. Assenza che si ripercuote positivamente anche sui costi, in caduta del 30% proprio per la mancanza del filtro, e sulla risoluzione. Inoltre, l’utilizzo di una retroilluminazione con LED RGB favorisce una più ampia gamma cromatica con un aumento della saturazione.

Per conoscere tutti i dettagli tecnici di quella che appare come una rivoluzione, vi invitiamo a seguire la fonte qui in basso.