Un recente teardown di Huawei MatePad Pro ci fornisce una conferma del fatto che Huawei è riuscita con il passare dei mesi a ridurre la propria dipendenza dalle aziende statunitensi, una misura necessaria visto il ban commerciale imposto dal governo USA e prorogato fino al maggio 2021.

Stando a quanto si apprende da tali operazioni di disassemblaggio del tablet, infatti, la versione WiFi del tablet ha solo circa il 2% di componenti realizzate da aziende statunitensi.

Huawei MatePad Pro è un tablet figlio del ban USA

In totale il tablet è composto da 1.411 componenti e ben 1.148 di esse arrivano dal Giappone (ossia circa l’81,4%), per un valore di circa il 4,6% del costo totale delle varie parti che compongono il device (pari a 269 dollari).

Dalla Cina, invece, arriva il 15,9% delle componenti (processori, parti non elettriche, connettori e display), per un valore di circa il 71% del costo totale del tablet.

Le componenti di origine statunitense sono soltanto 28, per un valore di circa il 4,6% del costo totale di Huawei MatePad Pro mentre dalla Corea del Sud arrivano soltanto 3 componenti che hanno però un valore di circa il 15,7% del costo complessivo del device.

Leggendo questi dati forse qualcuno negli Stati Uniti potrebbe chiedersi se la scelta di prolungare il ban ai danni di Huawei non rischi di avere serie ripercussioni sulle aziende tecnologiche americane.

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