La risposta, secondo il programmatore capo del motore di Infinity Blade Niklas Smedberg, è sì. La moltitudine e la differenza di CPU, GPU, RAM e memoria disponibili sui vari smartphone li rende molto più simili ai PC che ai cellulari di qualche anno fa. Dal punto di vista degli sviluppatori, questo è fattore di difficoltà e limitazioni nella programmazione, soprattutto con piattaforme come Android e iOS che devono fare i conti anche con hardware non proprio recente o potente. Proprio riguardo iOS, infatti, Smedberg afferma: “A causa delle differenze nell’hardware, tutto su iOS deve essere fatto con le impostazioni più basse possibile in mente. Su una Xbox 360 puoi provare a tirar fuori tutto il possibile dalla console, ma nel mobile devi scalare le prestazioni per una grande varietà di dispositivi.” L’affermazione di Smedberg è nettamente controcorrente, ma non sappiamo quale sia la sua opinione su Android – da sempre più difficile da gestire di iOS. Per questi motivi, la proposta è di trattare gli smartphone come i PC: inserire le impostazioni per attivare o disattivare le funzioni può essere un buon modo per accontentare sia chi possiede smartphone di fascia bassa, che lasceranno attive solo le impostazioni minime, sia chi possiede smartphone di fascia alta, che attiverà tutte le impostazioni a livello elevato. Gli sviluppatori potrebbero trarre grande beneficio da ciò, così come gli utenti. Un maggiore grado di libertà è, come sempre, necessario per ottenere risultati più importanti. Speriamo che venga seriamente considerata questa opzione in futuro, così da rendere felici tutti – almeno quando si tratta di giochi.