Torniamo a parlare di privacy Android, questa volta grazie ad un report proveniente dagli Stati Uniti, il quale afferma che gli smartphone low budget venduti nei Paesi in via di sviluppo raccolgono dati all’insaputa degli utenti.

È il celebre The Wall Street Journal a lanciare l’allarme: secondo la nota testata il colpevole è Singtech P10, uno smartphone Android low cost venduto in Asia, principalmente in Birmania e Cambogia. Il dispositivo in questione collezionerebbe i dati personali degli utenti, a loro insaputa, che verrebbero poi venduti ad una azienda pubblicitaria chiamata General Mobile Corp. (GMobi).

Lo scopo della vendita dei dati, continua il The Wall Street Journal, sarebbe quello di condividere pubblicità mirate sugli smartphone Android degli utenti. Pare inoltre che questi stessi dati vengano condivisi con i vari produttori per comprendere meglio le esigenze dei consumatori.

I dati, che includono elementi sensibili quali IMEI, indirizzi MAC e posizione, vengono raccolti tramite un software di GMobi che risulta installato come applicazione di sistema in questi smartphone Android. La sua rimozione richiede quindi passaggi particolari che sicuramente un utente poco consapevole non è in grado di eseguire.

Il sito di GMobi afferma di collaborare anche con aziende del calibro di Huawei e Xiaomi, sebbene i due produttori in questione abbiano negato categoricamente qualunque tipo di rapporto con l’azienda pubblicitaria in questione.