Ai proclami di maggio in occasione della sua conferenza F8 per gli sviluppatori, Facebook sta facendo seguire i fatti. In seguito allo scandalo di Cambridge Analytica di cui vi abbiamo parlato in lungo e in largo, la società di Zuckerberg aveva fissato la data del primo agosto come spartiacque tra i software di terze parti che avevano intenzione di rimanere sul social network alle nuove regole e quelle che invece, non adeguandosi, sarebbero state rimosse in modo coatto.

In quelle circostante fu spiegato che la permanenza era subordinata ad un “reinvio a giudizio” delle app terze per una nuova analisi da parte dei revisori software del social, un processo che implica la firma di nuovi accordi circa l’utilizzo dei dati degli utenti e la verifica della propria identità. Il tutto entro il primo giorno di agosto, appunto.

Facebook non ha tergiversato, dunque, nel prendere i provvedimenti annunciati per quelle app che alla mezzanotte di oggi non avevano recepito il messaggio, bloccando l’accesso alle API. La società quotata in borsa comunque fa sapere che gli sviluppatori non saranno oggetto del provvedimento qualora le loro app risultino in coda o siano in corso di revisione. Purché risultino in linea con le nuove disposizioni sulla privacy…