La rivoluzione nel settore della telefonia è una delle più belle ed interessanti a cui abbiamo avuto modo di assistere negli ultimi anni. I telefoni cellulari, inizialmente pensati per poter effettuare solo telefonate e poco altro, ad oggi sono diventati un vero strumento di lavoro che va sempre più a fronteggiarsi coi computer portatili. A dimostrazione di ciò, Samsung che ci ha recentemente mostrato come su uno smartphone, in questo caso Galaxy Note 8, può girare alla perfezione Linux (Ubuntu) così da rendere questo dispositivo perfetto in tutti gli ambiti.

Per far funzionare uno smartphone come si deve, il produttore deve studiare nel dettaglio tutti i componenti che lo andranno a comporre. Oltre al processore, che ovviamente fa gran parte del lavoro, è importante andare ad osservare anche quali memorie vengono installate su di esso. Se per le memorie di archiviazione spesso i produttori comunicano – direttamente o indirettamente – se siano eMMC o UFS, lo stesso non si può dire per le RAM dove molte volte le informazioni sono ridotte al minimo.

La RAM è importantissima per uno smartphone e può essere definita come “l’area di lavoro del processore”. In essa vengono salvati ed eseguiti tutti i processi delle applicazioni in esecuzione e del sistema operativo. Proprio su questo componente, i colleghi di GSMArena hanno effettuato una ricerca che dimostra come sono aumentate la loro capacità sugli smartphone col passare del tempo:

Counterclockwise: RAM capacity through the years

Come si può leggere dal grafico, la linea rossa (quella dei picchi massimi) nel corso degli anni ha subito un forte flessione verso l’alto, fino a stabilizzarsi nel 2017 e 2018 raggiungendo gli 8000 MB. Stesso non si può dire per la linea blu (capacità media installata dai produttori) che, seppur anch’essa ha avuto una crescita graduale, è ancora molto distante dal raggiungere i massimi. Quest’ultima, infatti, nel 2018 risulta essere ancora di 4000 MB.

Importante ricordare che lo stallo a cui stiamo assistendo in questi ultimi due anni per quanto riguarda i massimi è causato dal limite di memoria RAM supportata dalla SoC Qualcomm 835 (SoC Top di Gamma dello scorso anno) fermo ad 8 GB. A differenza di quest’ultima, però, la SoC Qualcomm Snapdragon 845 supporta fino a 16 GB di RAM e ciò ci lascia intuire che nei prossimi mesi ne potremo vedere delle belle…forse anche grazie a Vivo.

Ad ogni modo, la capacità non è l’unico fattore che influenza le performance di una RAM su un dispositivo. Infatti, se nel 2014 e 2015 venivano montate prevalentemente RAM LPDDR3, gli 8 GB di RAM visti sono nel 2017 sono LPDDR4. É presente ancora un’altra differenza fra gli 8 GB del 2017 e quelli del 2018 dove troviamo un’ulteriore evoluzione di queste in LPDDR4X (riduzione dei consumi e maggiore larghezza di banda). Ma sotto questo aspetto la crescita è decisamente molto più lenta e, molto probabilmente, dovremo attendere ancora un po’ di anni per poter assistere all’introduzione delle memorie LPDDR5 su questi dispositivi.

E il vostro smartphone quale capacità di RAM possiede? Fatecelo sapere nel box dei commenti!