Siamo in Papua Nuova Guinea, nell’isola/carcere di Manus Island sede particolarmente critica che il governo australiano dedica ai migranti clandestini. Qui un detenuto di nome Behrouz Boochani ha scritto di recente un romanzo su WhatsApp che poche ore fa si è aggiudicato il Victorian Prize for Literature, uno dei più importanti premi letterari dell’Australia.

E sì, avete capito bene: è stato scritto quasi completamente con dei messaggi testuali inviati tramite WhatsApp al suo traduttore Omid Trofinghian. Questa è la spiegazione di Boochani riportata da BBC:

WhatsApp is like my office. I did not write on paper because at that time the guards each week or each month would attack our room and search our property. I was worried I might lose my writing, so it was better for me to write it and just send it out.

Si intitola No Friend But The Mountains: Writing from Manus Prison il romanzo di Behrouz Boochani, giornalista, scrittore e produttore cinematografico curdo-iraniano. Fra le pagine commiste di poesia e prosa c’è la sua storia biografica, la detenzione e gli abusi annessi vissuti a Manus.

Ancora incarcerato, ormai da quasi sei anni, di Boochani è stato pubblicato dal Guardian un video in occasione della proclamazione della sua vittoria del premio letterario citato.

I would like to say that this award is a victory not only for us but for literature and art and above all is a victory for humanity, for human beings, for human dignity. A victory against a system that has never recognised us as a human beings.