I primi cambiamenti al noto servizio di condivisione di fotografie Instagram dopo l’acquisizione qualche mese fa da parte di Facebook stanno cominciando ad arrivare. Giusto ieri è stato modificato il contratto di servizio con annesse condizioni d’uso, con due importanti modifiche che potrebbero segnare un punto di svolta – in positivo od in negativo – per il servizio: dal 16 Gennaio, infatti, i dati di Instagram saranno condivisi con Facebook e le foto caricate sul proprio profilo potranno essere vendute senza compenso per nè autorizzazione dall’utente.

La condivisione dei dati degli utenti tra Facebook ed Instagram non è tanto preoccupante di per sé, visto che molti utenti di uno sono utenti dell’altro e viceversa. Il problema si pone per quelle persone che non sono iscritte a Facebook e di cui la compagnia possiederà, invece, molte informazioni utili a costruire un “profilo identitario” simile a quello creato per ogni utente del social network in blu. Fin qui nulla di strano.

Sembra però che Mark Zuckerberg abbia trovato un modo per trarre profitto dall’acquisto di Instagram a spese degli utenti. Già oggi nelle condizioni di Facebook viene affermato che qualunque fotografia caricata sul social network diventa proprietà dello stesso, che ne può usufruire come più desidera. Tale condizione diviene ora effettiva anche per Instagram, poichè le condizioni mutano da “licenza limitata” a “licenza trasferibile e sub-licenziabile”.

Così recita il primo punto dei termini di utilizzo:

 Instead, you hereby grant to Instagram a non-exclusive, fully paid and royalty-free, transferable, sub-licensable, worldwide license to use the Content that you post on or through the Service […].

Invece, garantisci con la presente ad Instagram una licenza non-esclusiva, totalmente pagata e senza royalty, trasferibile, sub-licenziabile per usare il Contenuto che posti su o attraverso il Servizio […].

Cosa significa ciò? Significa che Instagram non è proprietaria delle foto che vengono caricate, ma ne può disporre come meglio crede – inclusa la vendita, che implica una sub-licenza ed un trasferimento della stessa. Se questo implicasse un qualche tipo di riconoscimento all’utente non ci sarebbe nulla di male – anzi! – e si potrebbe instaurare un meccanismo simile a quanto visto sui vari app store: lo sviluppatore carica la propria applicazione e la mette a disposizione guadagnando da essa e condividendo i ricavi con coloro i quali mettono a disposizione la piattaforma tecnologica (che sia Google, Apple, Amazon, Microsoft, HP…). Le cose, però, non stanno così.

Il secondo punto, infatti, chiarisce che Instagram può tenere tutti i ricavi.

To help us deliver interesting paid or sponsored content or promotions, you agree that a business or other entity may pay us to display your username, likeness, photos (along with any associated metadata), and/or actions you take, in connection with paid or sponsored content or promotions, without any compensation to you.

Per aiutarci a mostrare [agli utenti] interessanti promozioni o contenuti pagati o sponsorizzati, acconsenti a che una società o un’altra entità possa pagarci per mostrare il tuo username, i tuoi “like”, le foto (insieme a qualunque metadato associato), e/o le azioni che compi, in connessione con promozioni o contenuti pagati o sponsorizzati, senza nessun compenso per te.

In parole povere, ciò significa che Instagram può vendere tutte le vostre foto (non solo quelle che carichete in futuro, ma tutte!), fare un sacco di soldi e non farvi vedere neanche il becco d’un quattrino. Questa nuova politica è quantomeno opinabile e ha già creato più di una polemica. Moltissimi utenti potrebbero eliminare il proprio account per via di questi cambiamenti, anche se molti non si cureranno delle nuove politiche e continueranno ad utilizzare Instagram.

Voi pensate che questi cambiamenti avranno una ripercussione sul vostro utilizzo del social network?

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