Quello di Epic Games, lo sviluppatore che sta facendo fortuna con Fortnite, è solo l’ultimo caso di sviluppatore di applicazioni mobili che ha deciso di svincolarsi dalla distribuzione attraverso lo store elettronico di Google.

Sull’App Store di Apple il titolo ha incassato oltre 200 milioni di dollari e al colosso di Cupertino potrebbero arrivare oltre 135 milioni di dollari di commissioni entro la fine del 2018. Questo a causa della “gabella” applicata da Apple, ma anche da Google, sugli incassi degli sviluppatori, una cifra ritenuta ormai inaccettabile dai principali colossi dell’intrattenimento digitale.

Anche Netflix, che già da maggio non consente più rinnovi e sottoscrizioni dall’applicazione Android, sta cercando una soluzione per bloccare i rinnovi sull’App Store, seguendo l’esempio di Spotify, che nel 2015 ha invitato gli utenti a cancellare le sottoscrizioni effettuate tramite store digitali.

Per Apple e Google si tratta di un mercato decisamente redditizio, che nel 2022 potrebbe toccare i 157 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto agli 82 miliardi dello scorso anno. Electronic Arts e Glu Mobile hanno optato per un sistema di distribuzione in proprio, con app store dedicati, ma non tutti gli sviluppatori possono permettersi soluzioni simili.

Dal canto loro i due colossi della tecnologia sostengono la bontà delle rispettive piattaforme, che forniscono semplicità di distribuzione ed elevata sicurezza per gli utenti, massimizzando i guadagni. Resta da capire se Google e Apple vorranno rinunciare a una fetta delle loro entrate: ridurre le tasse a una cifra compresa tra il 5 e il 15%, porterebbe a un calo del 20% delle entrate, che nel 2010 potrebbe significare circa 10 miliardi di dollari, una cifra troppo alta a cui rinunciare con facilità.