La nuova rete 5G è in piena sperimentazione, e i primi risultati lasciano ben sperare per un futuro di connessioni ultra veloci; non tutti però sono concordi nell’abbracciare la nuova tecnologia, avanzando ipotesi di rischio per la salute pubblica legate alle nuove reti: tra questi anche ben 20 Comuni italiani.

Sono per il momento 20 i Comuni italiani che hanno detto no alla rete 5G, emanando (o che stanno per emanare) ordinanze atte a vietare l’installazione di antenne per il 5G e contro la sperimentazione della rete. Spostandoci dai singoli comuni sono già 165 gli atti contro la rete 5G, non tutti approvati, da parte di parlamentari, regioni e province, raccolti tutti dall’Alleanza Italiana stop 5G.

I Comuni che hanno emesso l’ordinanza giustificano la mossa “in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer”; la presa di posizione contro il 5G non ha colore politico, e spazia in tutta Italia (sebbene al centro nord siano raggruppati un maggior numero di Comuni contrari).

Ecco quindi la lista dei 20 Comuni che hanno detto no alla rete 5G:

  1. San Lazzaro di Savina (Bologna);
  2. Cogne;
  3. Baone (Padova);
  4. Torreglia (Padova);
  5. Tribano (Padova)
  6. Montegrotto Terme (Padova)
  7. Prasco (Alessandria)
  8. Ricaldone (Alessandria)
  9. Caresana Vercelli)
  10. Lozzolo (Vercelli)
  11. Camponogara (Venezia)
  12. Caneva (Pordenone)
  13. Dozza (Bologna)
  14. Longare (Vicenza)
  15. Marsaglia (Cuneo)
  16. Perloz (Aosta)
  17. Scanzano Jonico (Matera)
  18. Montecorvino Pugliano (Salerno)
  19. Castiglione Cosentino (Caltanissetta)
  20. Delia (Caltanissetta)

Cogne è uno dei comuni chiamati alla sperimentazione della nuova rete, ma avrebbe già richiesto la cancellazione del progetto e sarebbe pronto a emanare una sospensione. I Comuni contrari alla rete 5G difendono la propria linea, giustificando la presa di posizione come un atto precauzionale, attendendo di saperne di più sugli effetti della nuova tecnologia.

Il rapporto pubblicato dall’Istituto superiore di sanità sottolinea come le radiofrequenze possano essere causa di tumori, ma che l’affermazione si basa su “un’evidenza tutt’altro che conclusiva che l’esposizione possa causare il cancro”. Viene inoltre aggiunto che:

Valutazioni successive concordano nel ritenere che le evidenze relative alla possibile associazione tra esposizione aradiofrequenze e rischio di tumori si siano indebolite. Per quanto riguarda le future reti 5G al momento non è possibile prevedere i livelli ambientali di esposizione alle radiofrequenze associati allo sviluppo dell’Internet delle Cose.

E ancora:

le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti attuali e la rapida variazione temporale dei segnali dovuta all’irradiazione indirizzabile verso l’utente comporterà un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo nelle aree circostanti.

Insomma, la strada per la nuova rete 5G in Italia parte certamente in salita. Oltre ai comuni, come detto sopra, sono più di un centinaio gli atti riguardanti la rete 5G, con 13 tra interrogazioni, mozioni e ordini del giorno già arrivati in Parlamento; molti sembrano però a favore della nuova tecnologia, con l’AGCOM che ha da poco confermato la non pericolosità della rete 5G.