I post sui social network come elemento di analisi alla ricerca di una possibile malattia: no, non è il caldo a darci la testa, ma un vero e proprio studio pubblicato su PLOS ONE, nota rivista scientifica open access, che ha avuto anche un certo successo.

Immaginate di avere a disposizione 999 pazienti consenzienti e un modello in grado di esaminare tutti i loro post pubblicati sui social network, allenato non solo a valutare ciò che viene scritto ma anche come; i ricercatori lo hanno applicato per vedere se fosse possibile prevedere le condizioni mediche, scrutando a fondo nell’attività dei pazienti su Facebook et similia.

I risultati sono stati molto convincenti, riuscendo a fornire una previsione efficacie su alcune delle 21 categorie prese in considerazione; in particolare malattie come il diabete o sintomi di ansia, depressione e psicosi sono stati rilevati in modo particolarmente efficace.

I social network sono un collegamento quantificabile nella vita quotidiana delle persone – viene scritto nell’abstract dell’articolo –analogamente al genoma, i dati dei social media collegati alle diagnosi mediche possono essere valutati con il consenso dei pazienti e una codifica del linguaggio dei social media può essere utilizzata come marcatore del rischio di malattia, come strumento di screening, e delucidare l’epidemiologia della malattia.

Abbiamo identificato che gli aggiornamenti dello stato di Facebook dei pazienti possono prevedere molte condizioni di salute, suggerendo opportunità di utilizzare i dati dei social media per determinare l’insorgenza o l’esacerbazione della malattia e condurre interventi sanitari basati sui social media

Potete trovare l’articolo completo pubblicato su PLOS ONE.