Sono passati ormai venti anni dal lancio del primo telefono con una fotocamera, il Kyocera VP-210, e il settore della fotografia mobile ha fatto tanta strada da allora, con notevoli miglioramenti che vengono introdotti periodicamente dai vari produttori.

Tra i tentativi per differenziare i propri device, diverse aziende hanno deciso di puntare su sensori da 48 megapixel, montati sia su smartphone di fascia alta che di fascia media e nei prossimi mesi l’asticella si dovrebbe ulteriormente alzare fino a 64 megapixel.

Secondo Michael Kaschke, Presidente e CEO di Zeiss Group, un sensore da 40 megapixel è già più che sufficiente per un utilizzo su smartphone, in quanto ha spiegato che esistono limiti in termini di velocità di elaborazione, rapporto tra segnale rumore e costi che rendono eccessiva una risoluzione superiore.

Il CEO di Zeiss ha precisato che l’azienda vuole concentrarsi maggiormente sui prodotti che si rivolgono a “professionisti, semi-professionisti e fotografi artistici” piuttosto che agli smartphone anche se desidera ancora lavorare nel settore mobile e attualmente ha una partnership con HMD Global per i suoi dispositivi a marchio Nokia.

Secondo Kaschke, la strada da percorrere è quella che prevede l’utilizzo di una configurazione con più sensori, in quanto aiuta a migliorare le foto e a trattare gli smartphone come una DSLR.

Ma a dare grandi soddisfazioni in futuro potrebbe essere la fotografia computazionale, ossia una soluzione capace di superare il limite delle ridotte dimensioni degli smartphone (e, di conseguenza, dei sensori fotografici che possono essere montati in essi) attraverso l’elaborazione software.

Google con i suoi Pixel sembra avere preso la giusta direzione.