Correre, scappare, è quasi tutto inutile. Facebook ci insegue. È questa in sostanza la conclusione della ricerca di AdGuard, un servizio nato per schermare gli utenti dalle pubblicità e dai malware presenti in rete.

Se in seguito allo scandalo sulla privacy di Facebook e Cambridge Analytica avete pensato che la cancellazione dalla piattaforma potesse essere la più efficace delle soluzioni per salvaguardare i vostri dati, l’esito della ricerca di AdGuard non vi piacerà.

Protagonista è Facebook Audience Network, ossia uno strumento in mano agli sviluppatori e incluso in tantissime app: lo studio ne ha esaminate 2556 presenti sul Google Play Store, e di queste il 41% conteneva il tool di Zuckerberg.

A cosa serve? Prima di tutto, Facebook Audience Network, permette agli sviluppatori di monetizzare il frutto del loro lavoro tramite le pubblicità, ma in seconda istanza, ed è qui il problema, serve a raccogliere dati su coloro che installano quella determinata applicazione.

Quali dati? La lista è corposa e per semplicità di lettura la dividiamo in punti:

  • Google ID Pubblicità: un identificativo, dice Google, che “offre agli utenti controlli migliori e agli sviluppatori un sistema semplice e standard per continuare a monetizzare le loro app“.
  • Informazioni sullo smartphone: marca e modello, sistema operativo, risoluzione dello schermo, operatore utilizzato, lingua di sistema e fuso orario.
  • Informazioni sull’app, incluso il nome dell’attività corrente. In AdGuard sottolineano questo aspetto come particolarmente preoccupante poiché, dicono, “viene utilizzato spesso quando sono visualizzate a schermo informazioni sensibili (come quelle mostrate da app bancarie), e i nomi dei processi registrati sono piuttosto specifici (come “trasferimento fondi”)“.

Inoltre, a detta di Facebook stessa, viene tenuta traccia anche dell’indirizzo IP che “riesce a garantire una localizzazione adeguata del dispositivo“. A questi vanno aggiunti tutti gli altri elementi che lo sviluppatore dell’app ritiene opportuno inviare ai server di Facebook Audience Network, come gli acquisti in-app.

La raccolta dati viene condotta a prescindere dalla presenza o meno del proprietario sulla piattaforma di Zuckerberg, quindi cancellarsi è pressoché inutile. In questo panorama tetro si inserisce una buona notizia: tutti gli elementi sopra vengono inviati ad un unico indirizzo, graph.facebook.com.

Fermare l’emorragia è semplice come bloccare i flussi in uscita verso quell’indirizzo tramite uno dei tanti ad blocker come AdGuard. Non illudetevi però: siamo soggetti ad un costante prelievo di informazioni da parte di tante realtà terze. Facebook non l’unico “mostro”.

Vai a: L’app Facebook per Android raccoglie i dati di telefonate, SMS e MMS