Un’indagine svolta da un ricercatore di sicurezza e pubblicata da Rapid7 ha rivelato un problema piuttosto grave riguardante i dati personali degli utenti. A quanto pare, sembra che sia pratica decisamente comune non procedere alla cancellazione dei propri dati prima di dar via smartphone, PC e altri dispositivi tecnologici.

Nel giro di sei mesi, un ricercatore ha infatti trovato migliaia di file all’interno di dozzine di dispositivi elettronici di seconda mano, molti dei quali contenenti informazioni personali: nella sua indagine, Josh Frantz ha infatti setacciato i negozi di oggetti usati, acquistando 85 dispositivi (tra quelli donati e “ricondizionati”) per circa 650 dollari, trovando 366.300 file.

Tra questi ha scovato 611 indirizzi e-mail, 50 date di nascita, 19 numeri di carte di credito, dati di patenti di guida e di passaporti, foto e immagini, senza nemmeno andare a indagare all’interno della cache, nella quale Josh avrebbe potuto trovare molto altro. Solamente 2 dispositivi sono stati resettati a dovere: 2 su 85 (un notebook Dell e un hard disk Hitachi, per la precisione).

La responsabilità è sicuramente in primis degli utenti, che prima di donare i propri vecchi dispositivi dovrebbero procedere alla cancellazione, ma anche dei rivenditori, che non hanno a quanto pare fatto nulla nonostante le garanzie e le promesse. Quando date via un vecchio dispositivo elettronico, che sia uno smartphone, un tablet, un PC o altro, cancellate con cura la memoria: non potete sapere a chi andrà in mano dopo averlo donato o venduto.