Secondo un nuovo studio le applicazioni per aiutare gli utenti a smettere di fumare o a superare momenti difficili potrebbero mettere a rischio la loro privacy.
Questo nuovo studio, pubblicato venerdì sulla rivista JAMA Network Open, è soltanto l’ultimo di una lunga serie ad evidenziare i potenziali rischi che si corrono quando si affidano informazioni sensibili sulla salute al proprio telefono.
I ricercatori hanno cercato app utilizzando le parole chiave “depressione” e “smettere di fumare”, quindi le hanno scaricate per controllare se i dati inseriti venivano condivisi.
Ebbene, molti dei dati condivisi dalle app non identificano immediatamente l’utente o sono addirittura strettamente medici ma 33 delle 36 applicazioni hanno condiviso informazioni che potrebbero fornire agli inserzionisti o alle societĂ di analisi dei dati sul comportamento digitale delle persone.
Questi tipi di dati, oltre al nome o al genere di app, potrebbero fornire a terzi informazioni sulla salute mentale che la persona in questione potrebbe voler mantenere private.
Intercettando le trasmissioni di dati, i ricercatori hanno scoperto che il 92% delle 36 app condivideva informazioni con almeno un terzo, principalmente servizi gestiti da Facebook e Google, che aiutano nel marketing, nella pubblicitĂ o nell’analisi dei dati.
Ma circa la metà di quelle app non rivelava agli utenti la condivisione dei dati con terze parti, non consentendo così a questi ultimi di tutelarsi.
In sostanza, è sempre meglio stare attenti alle informazioni sensibili che si condividono con le applicazioni.